Home >>> The Strand Magazine >>> Strand dicembre 2001 >>> Un italiano a Parigi
 

Un italiano a Parigi

di Enrico Solito

Diventa Holmesiano, girerai il mondo. Questo mi dicevo mentre viaggiavo verso Parigi la scorsa primavera"ma c'è un antefatto. Quando organizzammo "A week later" il presidente dei francesi, l'amico St Johannis, fu così gentile da nominarmi membro della Sherlock Holmes Societè de France, col nome di "Niccolò Paganini": nome tanto più da apprezzare, a parte la mia musicofilia, se si considera che secondo loro Paganini è il padre di Sherlock Holmes in persona. Come membro della SHSF ricevo regolarmente il loro bollettino e seppi così per tempo della loro assemblea su HOUN, o dirla alla francese, "le chien de Baskerville" e mandai un email a Thierry. Convinta mia moglie (interessata a un romantico weekend a Parigi più che a una cena holmesiana!) e preparata al volo una relazione eccomi sul treno per Parigi.

Parigi"ma che parlo a fare? Non vi dirò una parola sulla sua magia per non essere preso in giro da tutti voi. La riunione era alla Gare du Nord, dove arrivavano (e arrivano) i treni da Londra e dove Holmes spedì il bagaglio in FINA per depistare Moriarty (cent'anni dopo gli amici della SHSF hanno fatto regolare reclamo alla società delle ferrovie richiedendo il bagaglio non ritirato: e le ferrovie si sono scusate dicendo che dopo tutto quel tempo gli effetti venivano distrutti"). Gli amici francesi erano tutti in costume e abbiamo passato un pomeriggio stupendo tra relazionie battute: poi la cena e i giochi, in un aatmosfera conviviale e scherzosa. Alla fine della mia relazione (che allego in fondo) ho chiesto a Jean Pierre Cagnat, il vignettista di Le Monde (del cui libro ho riportato una decina di copie in Italia) di farci un logo per "La maledizione dei Baskerville" di marzo. Non solo ha accettato (e avete visto lo splendido risultato) ma verrà. E il presidente dei francesi ci ha invitato all'inaugurazione del museo di Lucens, cui poi è andato Ivo"ma questa è un'altra storia!

Le chien Italienne

di Niccolò Paganini (Enrico Solito)

Come membro della società italiana "Uno studio in Holmes" è per me un onore ringraziare la SHSF e soprattutto il mio amico Thierry in nome di tutti i miei amici e soci italiani. Il nostro lavoro è rivolto a tutti gli aspetti del canone ma ovviamente siamo partcolarmente interessati allo studio delle interconnessioni tra il mondo di Sherlock Holmes e l'Italia.

Ce ne sono così tanti che non posso riportarli qui tutti, o potresete protestare contro il mio terribile vizio, molto italiano, di chiacchierare troppo: mi limiterò ad HOUN anche se potrei chiacchierare solo di quello fino a domani, come tutti voi del resto.

"The Hound of the Baskervilles" fu pubblicato assai presto in Italia. La prima traduzione apparve dal 2 novembre 1902 al 22 febbraio 1903 sulla "Domenica del Corriere" diretto da Luigi Alberini, un giornalista che aveva vissuto vari anni a Londra ed assistito così all'esplosione del fenomeno Sherlock Holmes in Inghilterra. La "Domenica", il supplemento settimanale del "Corriere della sera" pubblicò quasi tutte le storie del Canone a quel tempo uscite in Inghilterra. Il titolo di questa prima traduzione di HOUN fu "La maledizione dei Baskervilles" come il secondo capitolo del libro. Si noti che la s finale in "Baskervilles" è un errore in italiano (nella mia lingua i cognomi non si declinano al plurale) e in tutte le seguenti traduzioni si trova correttamente Baskerville

La seconda traduzione di HOUN arrivò molti anni dopo, dopo il periodo fascista in cui la letteratura straniera era fortemente osteggiata dal regime. Questa traduzione, ad opera di Maria Gallone per Mondatori nel 1950, è stata la più importante finora: è considerata un "must" e nel complesso è effettivamente assai buona: ma contiene diversi errori di cui discuteremo. Per esempio in SILV John Straker usa un "coltello anatomico" e non "da cataratta": la differenza è enorme ed ogni dottore potrà spiegarvi che il secondo è uno strumento di precisione con una lama sottilissima, mentre il primo è un coltellaccio da dissezione, più utile ad amputare una zampa del povero Silver Blaze che a danneggiargli un tendine!

L'errore più importante della Gallone è proprio la traduzione di "hound" con "mastino": sappiamo dal libro che l'animale era un incrocio tra un mastino e un bllod-hound. Chiunque in Italia oggi è certo che quello dei Baskerville fosse un mastino e questo è uno dei principali errori spacciati per verità dai non holmesiani, al pari di "elementare Holmes" o la pipa Calabash. Perfino i più famosi film su HOUN sono stati tradotti in italiano col titolo de "Il mastino"!

La storia dei mastini in Italia inizia al tempo dei Romani che importarono il cane, pare, dai Greci o dagli Assiri, dove era arrivato dal Tibet (e questo è ovviamente una importante connessione col Canone). I romani usarono molto i mastini e li introdussero in Inghilterra (sicchè la traduzione errata potrebbe avere alla fine una ragione nazionalistica!)

Stiamo portando avanti una profonda analisi sulle razze e sulle ragioni di questo tipo di incrocio, le ragioni della traduzione e nuove possibilità di traduzione, che sarà presto pubblicato come risultato di un lavoro anglo-italiano.E non vi dirò un'altra parola sull'argomento neanche sotto tortura.

Finirò però l'argomento citando il mio amico Stefano Guerra che suggerisce di imitare la traduzione francese traducendo "hound" come "cane" : secondo lui la parola cane ha in sè l'idea platonica del comportamento di tutti I cani, la ferocia e la caccia. Ricorderò poi infine i soli due film holmesiani prodotti in Italia, dalla Rai, nel 1968, su HOUN e VALL: abbiamo potuto ricostruire i luoghi dove i film furono girati in Inghilterra e i giornali che commentavano l'evento. La storia è fedele al Canone e il titolo, "L'ultimo dei Baskerville" è un interessante tentativo di rispettare lo spirito se non la lettera del titolo originale.

Esistono diverse altre interconnessioni tra l'Italia e HOUN: le più importanti si celano proprio nelle ultime righe del romanzo.

Il primo punto è nelle ultime parole, quando Holmes invita Watson a cena da Marcini's. Un tale ristorante non è citato nelle guide del tempo, ed è quindi chiaro che il Dottore ne camuffò il nome, così come è chiaro che doveva trattarsi di un ristorante italiano. Possiamo quindi dedurre che almeno due erano i ristoranti italiani frequentati dai due amici, l'altro essendo Goldini , the garish Italian restaurant. in Gloucester Road (BRUC): non è possibile che si tratti di un unico ristorante perchè Gloucester Road non è "sulla strada" per Covent Garden da Baker Street: si trova vicino alla Albert Hall, e dovremmo quindi pensare che "Les Huguenot" sia andato in scena alla Albert Hall in per pensare che Marcini sia Goldini:ma sappiamo che anche se la Albert Hall era luogo di concerti, come quello di Carina in RETI, il Covent Garden era il tipico teatro per l'opera. Il nome esatto era Royal Italian Opera House, e Holmes e Watson lo frequentavano (REDC). Richiamo la vostra attenzione sul fatto che il ristorante era certamente italiano e che il tono della frase implica che Holmes e Watson lo conoscessero molto bene. Il fatto che Holmes usasse saltar pranzi e cene e che sopportasse la cucina scozzese non implica che fosse un masochista: in NOBL vediamo che in caso di ospiti importanti ordinava la cena fuori (suppongo in un ristorante francese perchè ordina patè du foie gras).

Vi è una seconda implicazione italiana in queste righe, più sottile, che mi necessita una piccola digressione.

In RETI Holmes dice: Let us escape from this weary workaday world by the side door of music. Carina sings to-night at the Albert Hall, and we still have time to dress, dine, and enjoy.(RETI 1116).

Chi è "Carina"? La mia idea è che si tratti di un soprannome: un aggettivo italiano, singolare, femminile, che significa una signora "Joli, gentil, gracieux, mignon" e che si tratti in realtà di Adelina Patti, la famosa soprano di origine italiana che viveva in Inghilterra. Questa teoria è stata presentata nel 2000 come risultato di un progetto italo-britannico. .

Holmes conosceva molto bene l'italiano: in REDC non solo capisce al volto che "attenta" è una parola italiana e la traduce ma specifica a Watson che la vocale "A" alla fine significa che il messaggio è rivolto ad una donna. Così avrebbe ben potuto chiamare un'amica "Carina".L'amicizia tra i due potrebbe avere diverse ragioni ed implica interconnessioni che non ho il tempo di analizzare qui: il lavoro di P Weller dimostra che la Patti effettivamente cantò all'Albert Hall il 17 luglio 1898 (si tenga presente che la datazione di RETI è senza dubbio l'estate del 1898).

Se si accetta questa teoria (e io certamente lo faccio!) dobbiamo ricordare la lunga collaborazione artistica tra la Patti e i De Reszke. Il 28 novembre 1888, pochi mesi prima degli eventi descritti in HOUN, la Patti fu Juliette alla prima del "Giulietta e Romeo" di Gounod a Parigi: Romeo era Jean de Reszke. Ci fu grande attesa per questo evento Nel 1905 la Patti chiese l'aiuto di Jean per problemi di voce. Les Huguenots, inoltre, era nel repertorio della Patti e il Covent Garden, dove probabilmente andò in scena lo spettacolo era stato il teatro "della Patti" dal 1861 al 1885: comunque, se si pensa che invece sia andato in scena alla Albert Hall dobbiamo ricordare che la Patti vi tenne moltissimi concerti. Perciò la proposta di Holmes di andare a vedere i De Reszke alla fine di HOUN ci porta a Carina e a una importante connessione italiana di Holmes.

Vi presenterò ora un ultimo aggancio tra HOUN e l'Italia. Si tratta dell'annuncio che nel marzo del prossimo anno avremo a Firenze una grande riunione su HOUN, nel 100o anniversario della prima edizione italiana, e il 111o del viaggio di Holmes dopo Reichenbach. Speriamo che molti amici francesi ci raggiungano, memori del fatto che il giglio di Firenze è quello stesso di Francia e che veniate a cogliere fiori nella bella primavera italiana. Perciò arrivederci l'anno prossimo!