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Storia di una micro Nazione
ovvero: qualcuno è più matto di noi?!

di Enrico Solito

Il mondo di Internet, ve l'ho già detto, è pieno di sorprese. Purtroppo non ho quasi mai il tempo di "navigare" e lo uso quasi solo per la posta elettronica. Un giorno trovo nella mia "buca virtuale" uno strano messaggio, che mi invita ad entrare in un sito dal nome strano ma per me irresistibile: il Regno di Holmes.
Tre minuti dopo mi ero già catapultato, e le prime sorprese mi attendevano.
Alt! Dogana! Farsi riconoscere! Mi imponeva un rigido cartello: ero al confine di una nuova Nazione, virtuale finchè vi pare, ma serissima. Dovevo conoscre le sue leggi prima di entrare, ed accettarle.
Il Regno di Holmes è una monarchia costituzionale: vi regna il grande re Sherlock Primo, che tuttavia non ha un potere assoluto, come invece viene proclamato. Esiste un Parlamento, democraticamente eletto, ed un organo di stampa non controllato direttamente dal monarca. Personalmente ho i miei dubbi sulla eticità del concetto di monarchia, ma devo ammettere che il regno di Holmes dà dei punti al nostro concetto di democrazia su vari fronti. Ad esempio, non esistono barriere politiche, morali, sessuali o razziali, per divenire cittadini: basta fare domanda. In tempi di barriere alle frontiere, di stop all'immigrazione e di sacri diritti del suolo natio (parole che mi fanno lo stesso effetto del pelo di gatto, cui sono allergico) mi pare musica per le mie orecchie. Ancora. il bilancio dello stato è lì, semplice e visibile agli occhi di tutti: e le tasse da pagare? Già calcolate, uguali per tutti e senza moduli astrusi da compilare: un sogno!
E infine: esistono varie classi sociali (e dove non esistono?) ma chiunque può progredire (e stavolta sul serio, non come da noi) via via che aumenta il suo denaro virtuale, grazie ai lavori virtuali che svolge.
Insomma: un perfetto sistema calvinista, in cui puoi progredire se lavori.
La moneta del paese, manco a dirlo, è la Sterlina Holmesiana, e l'interesse principale nel paese è la raccolta degli appassionati di Holmes e dell'Inghilterra.
Una idea deliziosa, e portata avanti con la puntigliosa paradossalità che noi sherlockiani ben conosciamo.
Così, come poteva il vostro Presidente non aderire, ed essere impiegato nel corpo diplomatico del nuovo stato come ambasciatore presso la nostra associazione?
E come poteva Sua Maestà Sherlock Primo esentarsi dal chiedere graziosamente di divenire nostro socio, col nome secolare di Michele Porcelluzzi da Barletta?
Ovviamente è stato accettato a braccia aperte (non prima di aver pagato — siamo stati inflessibili — la sua quota, e in lire italiane!)
Anche se la cosa crea non pochi imbarazzi sia a lui che a me.
Eccoci infatti avviluppati in uno strano imbroglio: sono il presidente democraticamente eletto di un Monarca assoluto, che mi deve obbedienza mentre io gli giuro fedeltà.
Accipicchia al cumulo di incarichi"
Abbiamo fatto un link tra i siti (non lo spiego a chi non ha intenet, troppo complicato) e invitato altri sudditi a diventare soci e viceversa.
Alla mostra di Roma la micro Nazione avrà un cartello di presentazione.
Benvenuti, concittadini!