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Il mistero del Millenium Bug

di Enrico Solito

(questo racconto è stato scritto per la Festa di Internet del 19/20/21 marzo 1999.)

bakerstreet- Londra è diventata insopportabile, mio caro Watson. Più provinciale e noiosa di un qualsiasi villaggetto di campagna. -

Sherlock Holmes aveva parlato con voce querula, lievemente venata di nervosismo, mentre camminava in su e in giù davanti alle nostre finestre di Baker Street.
Potevo capirlo: da oltre tre settimane non era stato consultato per nessun caso interessante. La lettura frenetica dei giornali del mattino non aveva rivelato alcun delitto, o furto, o avvenimento in qualche modo sospetto. La malavita sembrava essersi presa una strana vacanza, regalando ai londinesi una inaspettata pausa di serenità e di pace. Ma un periodo così lungo di inattività intellettuale e di riposo forzato era esattamente quel che ci voleva per mettere alle corde il sensibilissimo sistema nervoso del mio amico. Per lui non esercitare le sue arti da investigatore, non scatenarsi sulla traccia come un segugio di razza era un tormento insopportabile, in grado di rendergli la vita impossibile.

Il salotto di Baker streetE per la verità renderla impossibile anche a me, costretto a coabitare con un nervosissimo coinquilino che passava la giornata a misurare il perimetro del salotto come una belva in gabbia, a tuffarsi su tutte le edizioni dei giornali della sera che il nostro fattorino Billy ci procurava, salvo poi bofonchiare deluso dopo averli freneticamente scorsi.
I primi giorni Holmes aveva preso con una certa filosofia la mancanza di lavoro, rispolverando la sua vecchia passione per la letteratura medioevale, la decifrazione di antichi manoscritti e la musica antica. Altri tre giorni aveva dedicato alla chimica, e all'isolamento di una serie di composti dai nomi paurosamente complicati e dall'odore assolutamente pestilenziale: ma nelle ultime giornate il suo umore era ormai diventato impossibile, senza rimedio.

- Certe volte rimpiango il professor Moriarty, mio caro Watson. Prima che lo scaraventassi giù dalle cascate del Reichenbach Holmes e Moriarty alle cascate del Reichenbachlaggiù in Svizzera, non sarebbe mai capitato che la malavita londinese avesse una tale caduta di fantasia e professionalità.-

Perdonai al mio amico la catalogazione sotto le voci "fantasia " e "professionalità" di delitti il cui solo pensiero facevano fremere di indignazione ogni buon cittadino: Holmes, lo sapevo, viveva in un mondo tutto suo, e gli ero troppo affezionato per serbargliene rancore. Così sospirai dentro di me e ricominciai a leggere il giornale, per come mi era possibile con il mio amico che mi ronzava intorno come un moscone.

- Non crede che potrebbe essere una finta, Holmes? - chiesi dopo qualche minuto, impietosito dal suo stato d'agitazione.

- Si spieghi meglio.

- Ecco, mi chiedevo se acque tanto tranquille non possono nascondere la preparazione di un grande colpo.

Holmes mi guardò dubbioso: - Ma tutto il mondo criminale è a riposo, Watson. Se fossero tutti d'accordo, questo presupporrebbe la presenza di un centro di comando che dopo la morte di Moriarty non esiste più. E tuttavia... - una luce che ben conoscevo si era accesa nei suoi occhi: una fiammella di speranza che gli dava nuove prospettive.

Fu proprio in quel momento che udimmo bussare in modo concitato al portone, e poco dopo la nostra governante accompagnò l'ospite nel nostro salotto.

(Continua)