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La cosa che attende nella nebbia

di Franco Eugeni

È stata una bella sorpresa di una mattina di Novembre. Passando come al solito in edicola sonostato subito colpito dalla copertina di Giancarlo Alessandrini dove appariva inconfondibile Sherlock Holmes con il suo derkstaller e mantellina, una lanterna nella destra e un Watson "rencagnito" alla destra, munito di bastone, un personaggio piu' giovane a sinistra, armato, con un laccio all'americana al posto della cravatta, dietro di loro il mistero, buio, aggressivo (denti in vista),tentacolare. Il contrasto tra verde e nebbia di collegamento. Non vi è giorno e non vi è notte: un contrasto tra giorno e notte, tra bene e male, tra legge e controlegge e si intuisce tra normale e paranormale. Un disegno, una sintesi, la sintesi di tutta la storia. Si era parlato di questo fumetto con un tam-tam tra collezionisti del settore. In realtà supera le aspettative. In quanto a Sherlock Holmes, essendo, ai fini di questo personaggio, il nuovo fumetto di gran lunga superiore ai mitici fascicoli 129 e 130 di Martin Mystere è un piacere anche per gli Sherlockiani.
Il fascicolo, non numerato, è di una serie di Storie di Altrove, la storia non è completa e sarà completata da un secondo fascicolo conclusivo annunciato per la primavera del 2000. Ricordiamo solo che la misteriosa base di Altrove, nascosta negli Stati Uniti, è un centro governativo in cui si studiano i fenomeni che la Scienza ufficiale non è in grado di spiegare. Tale base esisterebbe dai tempi di Sherlock Holmes in quanto fondata da Thomas Jefferson e Benjamin Franklin.
Il titolo della storia:

  • LA COSA CHE ATTENDE NELLA NEBBIA Testo di Carlo RECAGNO - Disegni di COLOMBI e Dante SPADA (pg.32/37 - 137/141)

Da dire che, a quanto ci risulta, Carlo Recagno - autore anche dei test dei fascicoli 129-130 suddetti - è uno sherlockiano doc; pertanto si tratta di una costruzione di storia condotta da mano molto esperta. Questo si nota, come si era notato anche in Aria di Baker Street e I mondi impossibili di Sherlock Holmes (i detti 129 e 130), anche questi su suoi testi.
La storia presenta intanto una prima "normale" chiave di lettura di storia paranormale che consiste nel leggere tutta la storia - una vignetta dopo l'altra - godendo interamente gli alterni momenti che ora ci portano nel canone - in quello migliore e tradizionale - ora ci scostano dal determinismo razionale avvicinandoci ad una atmosfera sfumata, da moderne Storie di altrove, ripresentate in una lettura tra Wells e Poe.
A mio avviso la storia possiede quanto meno una seconda " paranormale" chiave di lettura di storia normale , che mi viene da chiamare - da buon crittografo, essendo questo il mio mestiere - chiave di lettura interna, che origina un testo contenuto nel testo. Questo testo nascosto si trova / si costruisce sopprimendo alcune parti (vignette), e leggendo una storia (contenuta nella storia) che risulta non solo non di tipo paranormale, ma perfettamente aderente al Canone. Questo naturalmente a meno del finale, che al momento non siamo in grado di controllare, lo leggeremo tra diversi mesi.
Chi volesse fare questa operazione di taglio puo':
a) sopprimere il Prologo da pg 5 a pg. 42
Cioè sopprimere il racconto della spedizione di Lewis e Clarke (1804-1806)e la leggenda del capitano Hudson, la scoperta del passaggio paranormale e la fine di Lewis.
b) sopprimere ultime due vignette di pg. 84 e la pg. 85.
c) sopprimere ultime tre vignette di pg. 89 la seconda e terza vignetta di pg 90, la pg 92 le prime tre vignette di pg 93 e le pg da 98 fino a 102 e ancora sopprimere le 107, 108 e 109.
d) sopprimere le ultime due vignette do pg 132, l'intera pg 133 e le prime tre vignette di pg 134.
e) sopprimere l'ultima vignetta di pg 136 e le pg 137/141 e ancora le prime due vignette di pg 142.
Si è eliminato tutto il paranormale, Anderson è un turista investigatore, di altrove non si parla, Sinclair è uno schizofrenico e tutto si razionalizza. Non sappiamo nulla per il finale. Si noti a pg. 35 (seconda vignetta) l'incrocio di scale preso a prestito da "Relatività " di Mauritius Escer.

OSSERVAZIONI IN POSITIVO

Si parla di Sherrinford, il fratello maggiore di Sherlock e Mycroft, (nove anni piu' di Sherlock), e del suo rapimento/sparizione. Forse nel secondo fascicolo ce ne daranno un riferimento visivo. È il fratello di cui non si parla mai, in nessuna storia, per taluni un possibile primo nome per l'investigatore, per altri un cognome della madre preso a nome, etc. etc. Si parla di famiglie dell'infanzia dei fratelli Holmes: di Claudia Tremond e sua sorella Emma amiche loro, Claudia è la moglie di James Sinclair e il fratello di James : Shephen Sinclair sarà il cattivo della storia. Ci viene mostrata la stazione di Mycroft il paesino del North Riding che come Mycroft Holmes, aveva preso il nome dalla tenuta di famiglia. Mi è molto piaciuto avere delle immagini di questi posti, anche se appartengono alla matita di qualcuno. Personalmente ho fatto, recentemente, varie ricerche sul North Riding, anche e soprattutto sfruttando la permanenza a Londra di una mia carissima amica, dottoranda in geografia economica. La mia amica dottoressa mi ha portato una vastissima documentazione, ma di Mycroft nulla di nulla. È stato come scoprire un posto - nel mono del mio immaginario - ma è stato come scoprire un posto. Spesso realtà e fantasia possono anche confondersi, in fondo a chi dobbiamo dare conto. Recagno non è nuovo a queste alchimie. Chi non ricorda la morte di Watson nelle ultime pagine di Aria di Baker Street, un Holmes finalmente non sussiegoso nei suoi confronti, così è impareggiabile in I mondi impossibili di Sherlock Holmes tutta una serie di trovate quali la verità sull'allevamento delle api, su Challanger, su Moriarty, l'ultimo manoscritto, il vecchissimo Holmes di Altrove, che saluta Java, quasi è quello di Mark Reynolds di L'ultima avventura di S.H. Quante belle sensazioni in queste alchimie e quanta bravura di comunicazione in Carlo Recagno. Non lo conosco personalmente, ma comunque a nome di tutti gli appassionati gli dico "grazie Carlo".

Autopresentazione

Mi piace presentarmi agli amici dell'associazione Uno studio in Holmes. Sono un professore universitario della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Teramo, con diversi anni di età sulle spalle. Sono da poco vostro consocio, ma da sempre (almeno dagli anni '50) sono studioso di Sherlock Holmes. Una ventina di anni fa, dopo un periodo di intensa attività scientifica che mi frutto l'ordinariato, dedicai un lungo periodo, assieme a mia figlia Diana allora tredicenne, allo studio delle opere di Conan Doyle per catalogare i casi citati e non presentati da Watson, le frasi ripetive e le costruzioni logiche dei racconti. Lo scopo era quello di insegnare a mia figlia la costruzione apocrifa, ma anche di divertirci. Erano i tempi di Uno studio in nero, dei due volumetti di Adrian e Dickson Carr, della storia di Mark Reynolds su Urania, di Solar Pons. Noi del resto si raccoglieva fumetti, fantascienza, neri, spionaggio in grande quantità. Scrivemmo due storie: Il singolare caso della gruccia di alluminio e il Caso della Società degli Accattoni dilettanti. Tentammo pure di scrivere la storia del gigantesco topo di Sumatra, ma non ci venne una buona idea, poi la cosa fini - cosi' come era cominciata. Le due storie erano brevi, ingenue, a quattro mani e fortemente nel canone, finirono nel calderone delle carte di casa. Qualche mese fa entrato misteriosamente in contatto con il nostro Presidente Enrico Solito, oltre ad associarmi con estremo piacere, raccontai a lui delle due storie perdute. La cosa decisamente non gli piacque, Enrico è un grande amico di Sherlock Holmes, non vuole perdere nulla. Mi ha spinto a ripensare, tentare di ricostruire. Ma le sorprese non mancano mai. Mia figlia Diana, oggi anche lei Professore di Composizioni al Politecnico di Milano, e titolare di Uno Studio in Design (con preferenza del rosso) le ha ritrovate. Le stiamo scrivendo al computer e ve le prepareremo per uno dei prossimi numeri, se le vorrete, ovvero le distribuiremo noi anche per posta elettronica. Per quanto riguarda il futuro si vedrà, in fondo noi siamo scrittori ed oramai siamo dei vostri.