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Il nome del Hound
ovvero
Il nome del segugio, no, del cane, no, del...

Una investigazione caninica com molte scuse a Umberto Eco

di Philip Weller MHS

Nota esplicativa: le precedenti scuse sono dovute non solo per aver adattato il titolo del capolavoro di Eco Il nome della rosa, che inevitabilmente viene alla mente attraverso il suo eroe, Guglielmo da Baskerville, ma come riconoscimento dell'ispirazione che Umberto Eco ha fornito a tutti coloro che sono interessati al significato e all'uso delle parole, grazie al ruolo portante che egli ha giocato nel mondo della semiotica.
Nota del traduttore: si intenda Hound per la parola generica, The Hound per intendere l'animale che Stapleton comprò da Ross & Mangles, HOUN per il romanzo scritto da John H.Watson.

Non era un bloodhound puro, e non era un puro mastino: sembrava piuttosto essere una combinazione dei due, gigante, selvaggio, grosso quanto una piccola leonessa ;." HOUN 757]

Lo Head Office Staff della FMHC venne per la prima volta a conoscenza di quello che potrebbe esser chiamato 'The Mastino Problem' quando stavamo preparando le letture che avremmo dovuto presentare in Italia nell'autunno del 2000. Per esse avevano creato lucidi per lavagne luminose con sintesi in italiano di quello che volevamo dire sulle 200 diapositive da proiettare. Per farlo scaricammo da internet i titoli in italiano delle 60 storie canoniche e restammo sorpresi da alcune delle traduzioni certo non letterali che trovammo: ognuna di esse sollevava domande interessanti sul modo come altri vedessero il Canone. I nostri colleghi italiani di Uno Studio in Holmes - USIH ci avevano anticipato le strane traduzioni di soli 4 casi, ma ce n'erano altre, come "La corsa decisiva" per SHOS, 'Il terzino scomparso' per MISS, 'Ladri gentiluomini" per CHAS e 'Il soldato dalla faccia pallida" per BLAN. Con la traduzione de The Hound of the Baskervilles con Il mastino dei Baskerville apprezzammo il razionale dietro la scelta della parola mastino, anche se non concordammo, ma pensammo erroneamente che quel titolo fosse unanimemente accettato in Italia, visto che tutte e quattro le copie in italiano della nostra collezione di quel tempo portavano il titolo di Il mastino dei Baskerville. Quando arrivammo a Milano comprammo subito altre tre edizioni italiane di HOUN, e rimanemmo di stucco osservando che una si chiamava Il cane dei Baskerville,. Cane evoca una indicazione più chiara di tutto il mondo canino invece che dei soli "hounds" se si decide di separare gli "hounds" dagli altri cani, come è possibile in questa discussione (1) : ma questa traduzione non si adattava alla nostra idea del titolo inglese. C'è la frase italiana "cane da caccia", che si può usare per un Hound o un cane da sport o da fucile, ma una frase complessa non ha l'impatto che la singola parola 'Hound' ha nel titolo originale. I nostri generosi ospiti italiani, quando scoprirono che collezionavamo copie di HOUN, ce ne regalarono altre tre, che usavano tutte la parola mastino. Quando presentammo il primo intervento proiettammo una diapositiva relativa ad HOUN, e un lucido alla lavagna luminosa con la traduzione mastino. Fu allora che avvertimmo un debole inizio di quel sospiro collettivo che avvisa l'esperto conferenziere che c'è qualcosa di non del tutto esatto, o pienamente accettabile. Cercando di dimostrare che capivamo la situazione, cancellammo velocemente la parola mastino sul lucido ed inserimmo la parola cane. Ma fu proprio allora che sorse un chiaro brusio del pubblico, che indica un punto potenziale per discussioni future: lo notammo e demmo il via ad una discussione, purtroppo con così poco tempo a disposizione. Quasi tutto il pubblico era composto di holmesiani, e sembrava esserci un generale sfavore per mastino, con diversi che tifavano cane: tra questi si faceva appello al concetto di 'idea di cane" con un richiamo all'idealismo di Platone per l'uso di cane, il che implicava comunque che il problema era complesso. Decidemmo di rimandare la questione a data successiva, e ciò ha portato al dialogo Anglo Italiano presentato in questo numero del giornale della FMHC, e in Italiano in quello de USIH.

I nostri tre colleghi italiani che hanno contribuito alla discussione ci hanno gentilmente spiegato la situazione esistente delle traduzioni italiane di HOUN e si sono ragionevolmente concentrati sui due candidati Canonici di aver influenzato la razza di The Hound. Gli italiani hanno in effetti nella loro lingua le esatte parole per le due razze: segugio per boodhound e mastino per mastiff. La prima di queste parole può essere usata per tradurre Hound, come fanno i migliori dizionari anglo-italiani. Ma come ci hanno avvertito i nostri colleghi italiani, il problema è che nell'uso moderno italiano, Il segugio dei Baskerville farebbe venire in mente " Il grosso cucciolone dei Baskerville". Le due parole indicando razze (segugio e mastino) generano ulteriori difficoltà, come vedremo presto: vi è un poi un problema ancora più alla radice, ed è che non stiamo cercando il nome di una specifica razza di cani, ma una parola italiana che traduca correttamente l'inglese 'Hound', e 'Hound' in inglese non è il nome di una specifica razza di cani ma un raggruppamento di diverse razze. E' importante sottolineare che non ci occupiamo di tutti i possibili tipi di Hound, che sono suddivisi in due grandi sottogruppi: quelli che si affidano soprattutto alla vista mentre cacciano la preda, i Sight Hounds (Hound da vista), e quelli che contano invece soprattutto sul fiuto,gli Scent Hounds (Hound da fiuto), per rintracciare la preda. Vista la grande enfasi con cui in HOUN si descrive il modo con cui The Hound segue la pista di Sir Henry dall'odore di uno dei suoi vecchi stivali, è evidentemente uno Scent Hound quello di cui ci occupiamo e questo ci permette di limitare il campo.

Dobbiamo essere attenti per non cadere nell'anacronismo, come è accaduto a diversi Sherlockiani che negli USA hanno discusso la razza di The Hound usando classificazioni e razze che non esistevano nel 1899, o almeno nel 1902, quando venne pubblicata la prima descrizione dello Hound da parte di Watson. Oggi le divisioni in gruppi sono molto meglio definite di quanto non fosse alla fine del 19\B0 secolo. Sono stati definiti oggi molti gruppi differenti di cani, soprattutto ai fini delle esposizioni canine: ma alla fine dell'era Vittoriana il Kennel Club of England aveva solo una divisione: cani da sport (Sporting Dogs) e non (Non-Sporting Dogs). Da notare che i Bloodhound erano inclusi tra I primi, mentre I Mastini nella seconda, il che una volta ancora sottolinea che The Hound, in quanto un Hound, non poteva essere un mastino. Si fecero tuttavia dei tentativi per produrre qualcosa di simile ai criteri di classificazione e divisione odierni, basati sulla forma e lo sviluppo delle differenti razze. Nel 1884, E L Harting suggerì, in The Zoologist (Volume VIII), sei gruppi: Cani Lupoidi (Wolf-Like Dogs), Levrieri (Grey-Hounds), Spaniel, Hound, Mastini e Terrier. Si può vedere i problemi sottostanti, comunque, dal fatto che i Grey-Hounds e gli Hound erano gruppi separati, malgrado l'apparente somiglianza dei nomi. E' interessante notare che lo stemma araldico di una delle principali branche della famiglia Baskerville include una lancia che gli attraversa la testa, derivata da una leggenda di famiglia su un Baskerville ubriaco che aveva ucciso il suo Hound: lo Hound nello stemma sembra molto più un levriero (Grey-Hound) che non un qualsiasi altro tipo di cane! In questo contesto si noterà che il gruppo dei Mastini è chiaramente separato dal gruppo degli Hound, il che ancora nega la possibilità che The Hound fosse un Mastino. Si noti incidentalmente che altri due gruppi della lista di Harting appaiono in HOUN: gli Spaniel, con lo spaniel a pelo ricciuto di Mortimer, e i Terrier, la cui ampiezza di mandibola viene comparata con quella dello spaniel di Mortimer e dei mastini.

Gli antenati dei nostri colleghi italiani furono coinvolti in una fase molto precedente in un allargamento del sistema di classificazione dei cani, in quanto gli antichi Romani avevano un sistema in tre gruppi basato su principi pratici : i cani da casa(canes villatici), da pastore (canes pastorales) e da sport (canes venatici). L'ultimo gruppo era suddiviso in: cani da combattimento (pugnaces), come Mastini e Bulldog, e da caccia (sagaces) come i vari Hound, il che ancora una volta enfatizza la differenza tra Hound e Mastini. Alcune autorità italiane sostengono che il Mastino venga da un incrocio dei cani autoctoni inglesi con Mastini Assiri (a loro volta provenienti dal Tibet) oppure con Molossi dell'Epiro, entrambe portati dai Romani in Inghilterra, ma a quanto risulta in realtà i Romani incontrarono per la prima volta questi formidabili cani quando arrivarono in Inghilterra ed apprezzando la ferocia e il coraggio esibito dai mastini, li portarono a Roma con loro.

L'altra razza principale che esaminiamo, il Bloodhound, comincia ad essere menzionata regolarmente come razza a sè solo alla fine del primo Millennio. Se rivolgiamo l'attenzione a quei cani inglesi che alla fine dell 19\B0 secolo erano inclusi tra gli Hound, abbiamo, in ordine alfabetico: Basset Hound, Beagle, Bloodhound, Deerhound, Foxhound, Harrier, Irish Wolfhound, Altri Hound e i Whippet. La maggior parte di queste razze era di taglia piccola, il che rende poco probabile che fossero coinvolti nell'incrocio di The Hound, e la descrizione di Watson dell'aspetto di The Hound suggerisce che effettivamente il più importante in questo specifico incrocio fosse un Bloodhound. Ci concentreremo perciò su quest'ultimo, anche al di là dell'influenza del mastino, pure menzionato da Watson. Ciò è giustificato dal fatto che The Hound è più volte descritto come un Hound, piuttosto che come un "cane" o un mastino, quest'ultima razza non avendo niente a che fare con il gruppo degli Hound. Ciò che suggeriamo è che The Hound fosse, di base, uno Bloodhound con traccie di mastino, piuttosto che il contrario. Abbiamo frequenti riferimenti nel resoconto di Watson che The Hound fosse uno Hound, e nessuno che fosse un mastino, e il titolo che Watson dette al resoconto della avventura non fu certamente 'The Mastiff of the Baskervilles'. Tutto ciò, naturalmente, porta chiaramente contro l'uso della parola mastino per tradurre The Hound.

Esistono anche troppe storie immaginarie di Bloodhound che attaccano l'uomo, e sono diventate parte dell'immagine pubblica di quei cani, come il cappellino e la calabash per Holmes. Uno scrittore di cose canine della tarda epoca Vittoriana, Rawdon B Lee, Kennel Editor della rivista sportiva The Field, ben sintetizzava la situazione nel su 1893, quattro anni prima che avesse luogo il caso HOUN . Riguardo al Bloodhound, scriveva:

  • E' stato usato molto come incrocio per aumentare l'olfatto, la voce e la taglia di altri Hound... Altri lo favorivano a causa della popolare ed immeritata fama di ferocia che non aveva alcuna altra razza di cani.
    Forse il suo nome , - "bloodhound", o "sleuth-hound" ha avuto molto a che fare con quanto sopra, specialmente perchè ha dato a questa razza la reputazione di abilità a trovare un uomo, fosse egli un ladro, un ricercato politico, o altro, cacciando col fiuto le sue orme, come un altro Hound caccerebbe una volpe o una lepre, salvo che egli non azzannerebbe nè tenterebbe di mangiare la preda.. Dopo averla raggiunta si contenterebbe di abbaiare richiamando il padrone finche egli non effettui la cattura. Certi autori, per migliorare i finali dei loro pezzi e per i loro scopi, hanno ripetutamente usato la fantasia per dipingere con una esattezza degna di miglior causa scene orribili bloodhound e le loro "prede"umane che sfociavano nella morte o in orribili ferite di queste ultime.. Queste storie nacquero in origine negli stati Sudisti dell'America, quando la schiavitù era diffusa: è ora chiaramente acclarato che gli Hound usati dai proprietari di schiavi non erano bloodhound, ma incroci a metà tra foxhound e Virginian Hound che erano altrettanto riluttanti dei nostri moderni Hound ad attaccare un essere umano, anche se potevano bloccarlo su un albero, o in un altro posto in cui si fosse rifugiato. Che gli schiavi, per la verità, fossero troppo pronti ad essere spaventati indiscriminatamente dai bloodhound, come alcuni scrittori sensazionalisti ci hanno detto, era cosa comune ad osservarsi (il corsivo è di P.Weller). (2)

Il nome alternativo per Bloodhound, Sleuth-Hound, ha associazioni ovvie e dirette con Holmes. Qquando Holmes si rifugia nel paese dei violini, Watson sottolinea il contrasto tra lo Holmes entusiasta della musica e "--- Holmes, the sleuth-hound ---" [REDH 185],e questo è comunemente tradotto in italiano con il segugio. Cosa ancora più pertinente, quando Holmes dice di voler scrivere una monografia sull'uso dei cani nel lavoro del detective, Watson immediatamente menziona la pratica di usare "Bloodhounds - sleuth-hounds ---". [CREE 1071]. In questo caso, in effetti, Holmes si riferisce alla rassomiglianza che si sviluppa tra un cane e il suo padrone, e suggerisce che: "Gente ringhiosa ha cani ringhiosi, gente pericolosa ha cani pericolosi." [CREE 1071], il che può ben essergli derivato dalla riflessione su Stapleton. Se la teoria di Holmes è corretta, e se egli prese un cane dopo il suo ritiro, deve essere stato certamente un Hound, molto probabilmente un Bloodhound, o uno Sleuth-Hound. Speculando meno, si può notare che i Bloodhound venivano usati per aumentare la taglia degli altri Hound attraverso gli incroci e ciò otteneva anche miglioramenti delle capacità di fiuto e delle caratteristiche del latrato di quei cani, che sono tutti punti pertinenti allo sviluppo di The Hound.

Per tornare a considerazioni puramente nominalistiche, tuttavia, il nome di Sleuth-Hound non è derivato direttamente da 'sleuth' per detective, ma piuttosto il contrario: lo stesso in italiano. L'antica parola inglese 'sleuth' significava una pista, o traccia, da seguire. La parola è imparentata anche con l'antico scozzese, e la parola medievale inglese 'slough' per palude (usato memorabilmente da Milton con 'The Slough of Despond'):e si deve ricordare che ACD tentava spesso di far rivivere l'uso di parole arcaiche, che era nato in Scozia e che era un esperto lettore di classici inglesi e scozzesi. Vi è così una rilevante connessione tra bloodhounds e la Dartmoor di HOUN, con le sue paludi e acquitrini. Questa connessione si estende anche ad un altro periodo della storia inglese e scozzese, tra il 16\B0 e il 17\B0 secolo, quando uomini chiamati Soldati delle Paludi (Moss-Troopers: un nome piuttosto romantico per degli scozzesi ladri di bestiame, brutali e assassini) attraversavano regolarmente le paludi (dette anche slough) della frontiera sud-occidentale scozzese fino Westmoreland , la parrocchia del Reverendo James Desmond, [HOUN 695]. Nel 1616, fu dato l'ordine alla guarnigione di Carslise, nello Westmoreland, di tenere degli Slough-Hounds, uno in ciascuno dei nove villaggi vicino la frontiera. E' interessante notare che uno di quei villaggi aveva il nome di Stapleton! Sir Walter Scott, quasi inevitabilmente, dette una delle sue frequenti versioni super-romanticizzate di queste bande criminali scozzesi, e menzionò questi scorridori di frontiera: e ACD ammirò ed imitò in molte occasioni i soggetti storici di Scott e il suo stile romantico ed avventuroso. Alla fine del 19\B0 secolo, quando divennero popolari gli studi sull'origine e lo sviluppo degli Hounds, almeno un cinofilo sollevò la questione del costo per mantenere questi Slough-Hounds abbastanza ben nutriti per evitare che divenissero così rabbiosi da rivoltarsi contro la loro stessa natura ed attaccare le prede, ed Holmes disse che The Hound era"--- savage and half-starved." , furioso e mezzo morto di fame, [HOUN 766] al momento dell'attacco di Sir Henry, quando Watson sottolinea il fatto che The Hound non avrebbe potuto spaventare a morte Sir Henry come aveva fatto con Sir Charles. Si noti che Watson sta sottolineando la differente natura del carattere di The Hound al tempo dei suoi due assalti ai Baskerville: il primo sembra fatto da un Bloodhound e il secondo rassomiglia all'attacco di un Mastino

Parlando di nomi, si deve anche notare un terzo significato della parola "hound" che nei tempi vittoriani significava anche "uomo spregevole". Shakespeare stesso nel 16\B0 secolo, ha usato la parola in questo senso quando fa dire a Coriolano : " 'Boy!' False Hound ..." (Coriolanus, Atto 5, Scena 6, verso 113), mentre Thwaite ha fatto lo stesso fin dall'anno 1000. In questo senso abbiamo così sia Stapleton che suo padre, per non parlare del Malvagio Hugo Baskerville! Dato il caratteraccio di Stapleton, che picchiava la moglie, si potrebbe usare in questo contesto la frase italiana "quel cane di marito!". Si dovrebbe però notare tuttavia che nell'anno in cui si svolge HOUN, il 1889, non era illegale per un uomo picchiare e imprigionare la moglie: la legge fu cambiata per proibire questi atti solo nel 1891.

Le due razze menzionate da Watson per descrivere The Hound, comunque, hanno un grande significato per trovare una parola italiana appropriata per 'Hound' . Controllando la parola 'hound' in un buon dizionario Inglese-Italiano (3) si trova che la traduzione proposta è segugio, che come abbiamo detto ci causa subito un problema con la potenziale confusione tra una razza specifica , il Bloodhound (segugio) e il gruppo generale dei cani conosciuti come Hound (segugio). Controllando il significato della parola italiana sullo stesso dizionario, il che è sempre un buon modo di procedere in questo tipo di situazioni, si trova che c'è un altro significato in inglese per segugio, oltre quelli di Hound e di Bloodhound, e cioè "sleuth-hound", inteso come detective. C'è un verbo italiano, seguire, e seguire è molto più simile all'azione di uno Hound che attaccare. In verità la parola esatta per esprimere in inglese ciò che uno Hound fa alla sua preda è 'hounding', e comprendere questo quarto significato della parola in inglese è importante per sottolineare il modo con cui i Baskerville sono "hounded" da The Hound: ACD era un troppo fine conoscitore delle parole per non aver colto questo ulteriore frisson. Non c'è, inevitabilmente, alcuna parola italiana che direttamente traduca il verbo 'to Hound': ma c'è una buona relazione tra inglese ed italiano per quello che quel verbo implica, che è quello che i paparazzi fanno alle loro prede, inseguendole e disturbandole e dando loro addosso senza tentare deliberatamente di attaccarle. Talvolta, come si sa, lo Hounding dei paparazzi causa purtroppo la morte della loro preda umana. Un'altra alternativa italiana per 'Hound' è bracco, con il verbo correlato braccare, usato figurativamente per cacciare e con un significato forse alla fine simile a quello inglese.

Le due grandi nazioni che hanno usato Scent Hounds (da fiuto) per la caccia sono state la Francia e la Gran Bretagna. Gli Hound sono stati usati per la caccia in Gran Bretagna fin dal primo millennio, ma si trattava degli Hound di taglia più piccola, usati principalmente per cacciare lepri e conigli. Gli Hound più grossi furono introdotti in Gran Bretagna con l'uomo conosciuto più precisamente nella sua terra d'origine come Guglielmo il Bastardo, ma noto in Gran Bretagna come Guglielmo il Conquistatore, o Re Guglielmo Primo. I suoi cavalieri portarono con sè in Gran Bretagna degli Hound molto grandi, usati in Francia per cacciare i cervi. Non avevano bisogno della velocità degli Hound britannici, ma della resistenza, della taglia, e della pesantezza e del coraggio necessario per abbattere un cervo fiero e dotato di corna dopo una lunga caccia attraverso la foresta. Questi Hound derivavano dal Hound di Sant'Uberto, (4) ed esistevano in due forme: uno Hound bianco conosciuto come il Talbot, purtroppo estinto, salvo che nelle vecchie insegne dei pub in Inghilterra, e uno Hound nero e marrone che è l'antenato del Bloodhound. Nel seguito di Guglielmo c'era un personaggio il cui nome è assolutamente rilevante per questa discussione: Nicolas de Basquerville. (5) Se I Baskerville portarono i loro enormi Hound in quella che era la più lontana regione del Devonshire nell'11\B0 secolo (la maggior parte di Dartmoor rimase adatta a nient'altro che alla caccia all'11\B0 al 19\B0 secolo, e da quelle parti si erano visti prima solo i piccoli Hound britannici), ciò può aver favorito tra gli abitanti la paura per quelle creature davvero mostruose, e le paure possono essere diventate leggende. La paura può ben aver ingenerato l'esagerazione inevitabile nelle leggende ed elementi di quella paura possono essere stati presenti quando la leggenda della "Maledizione dei Baskerville" fu redatta da Ugo (il Buono) Baskerville nel 1742. Per l'esattezza Dartmoor fu legalmente classificata come "Foresta" ben prima del 1742: una "Foresta" non aveva niente a che fare con gli alberi, ma si intendeva meramente un'area destinata a riserva di caccia per il Re. C'erano perciò a Dartmoor una lunga tradizione di caccia e degli Hound inusitatamente grossi: ma era diffusa anche un'altra razza di animali nella Foresta di Dartmoor. Sotto le perniciosi Leggi della Foresta in vigore tra i secoli 11\B0 e 13\B0 la gente ordinaria non poteva possedere cani dentro i confini della Foresta, ma c'era una razza specificamente esentata per i non Normanni che fossero grandi proprietari di terra e mezzadri: i mastini. Oltre che essere terrificanti, i grandi mastini e Hound venivano perciò visti dalla gente comune della Foresta di Dartmoor come rappresentanti degli oppressori Normanni e dei loro lacchè!

Per tornare all'altra nostra razza cruciale, il Bloodhound, questi furono allevati sempre più per non attaccare ma solo rintracciare e nella seconda metà del 19\B0 secolo dovevano rispondere alle caratteristiche standardizzate dal Kennel Club d'Inghilterra:

  • Il Bloodhound posside nella maniera più marcata ogni punto e caratteristica di quei cani che cacciano in branco col fiuto (Sagaces). E' molto potente e più grande (letteralmente"copre molto più terreno", NDT) di quanto non facciano Hound di altre razze. La pelle è fine al tocco ed estremamente abbondante, specie alla testa e al collo, dove ricade in ampie pieghe...il suo temperamento è estremamente affettuoso, mai rissoso né coi compagni né con altri cani. La sua natura è un poco timida e sensibile sia alle carezze che ai richiami del padrone. (6)

Si noti che il Bloodhound ha le caratteristiche dello Hound più di ogni altra razza, e può perciò essere visto come l'archetipo degli Hound. E' molto lungo dal naso alla coda "--- copre molto più terreno ---", il che potrebbe incoraggiare l'impressione che The Hound avesse le dimensioni di un vitello o di una piccola leonessa, ed era anche "--- molto potente ---". E' anche affettuoso, e I Bloodhound sono in effetti molto tolleranti coi bambini. Questo aspetto affettuoso può concordare con le caratteristiche apprezzate dagli italiani e con l'idea che molti di loro associano oggi alla parola segugio. Ci si deve chiedere comunque se sarebbe stato possibile verso la fine del 19\B0 secolo introdurre alcune delle caratteristiche di ferocia del Mastino nel più placido Bloodhound. Si trattava di un periodo di grande sperimentazione nello sviluppo di incroci di primo grado \96 un incrocio diretto di una razza pura con un'altra razza pura- e sorge la domanda se questo fosse possibile per il mastino ed il Bloodhound. Molti Holmesiani hanno asserito che fosse impossibile, ma senza giustificare la loro opinione. (7) Invece una vera autorità sui cani alla fine del 19\B0 secolo, Rawdon B Lee, riportò nel 1894 che c'era una certa discussione esattamente su questo incrocio, e indicò che c'era una certa aria di mistero su di esso. Nel descrivere recenti sviluppi del Mastino, scrisse:

  • Sentiamo di incroci con bulldog, e con bloodhound; ma quando sono stati introdotti, e da chi? Sono domande importanti, ma ad oggi senza risposta. (8)

Gli Holmesiani autentici, che accettano le parole di Watson, non avranno dubbi a fornire a Mr Lee una risposta alle sue domande. Quando? Nel 1889. Chi? - Ross and Mangles di Fulham Road! E' stato poi avanzato il dubbio che fosse possibile ottenere un esemplare nero dall'incrocio tra un Mastino e un Bloodhound, ma ancora una volta Lee segna un punto importante. Egli descrive il modo in cui, secondo lui, Mr H V Lukey di Morden nel Kent, ha migliorato assai la qualità del Mastino inglese nel 19\B0 secolo. Lukey aveva avuto una femmina di mastino pezzata da White's, commercianti di Knightsbridge. Si noti che Fulham Road, l'indirizzo di Ross and Mangles, sfocia nella grande via Knightsbridge a London! La femmina di Lukey era stata fatta accoppiare con quello che Lee chiama "...un cane nero...", un mastino appartenente al marchese di Hertford, che alcuni esperti considerano fosse un Alpine Mastiff. La femmina che ne risultò fu a sua volta fatta accoppiare con un altro Alpine Mastiff, e il prodotto di questo incrocio divenne lo stipite di un nuovo standard. Lee scrive che:

  • Un autore ha scritto che il cane nero di Lord Hertford era un mastino Tibetano. Più probabilmente era un cane pezzato molto scuro del nostro ceppo inglese, perché certamente nessuno dei cani di Mr. Lukey ha mai mostrato l'aspetto da Hound e l'espressione da bloodhound che sarebbe stato ottenuto da un incrocio con un Tibetano, e se questo fosse stato usato, il peccato sarebbe stato evidente generazione dopo generazione. (9)

Da rimarcare che Lee introduce qui I concetti di cane nero e di peccato (NDT:nel testo originale "evil", male, diabolico) che ricorre tra le generazioni, quando HOUN è così dominato dalle teorie sull'atavismo: teorie assai popolari alla fine del 19\B0secolo. (10) Lee continua discutendo quello che per lui è l'aspetto ideale di un mastimo ed è per noi interessante la maniera negativa in cui ne scrive:

  • Un perfetto mastino dovrebbe ...avere un suo proprio distintivo carattere, non quello del bulldog sopra descritto, nè quello di un Hound dal lungo muso quadrato, con la pelle che penzola sotto la gola e lunghe pieghe pendule. (11)

Consideriamo ora questa descrizione di un Hound come se fosse la descrizione di The Hound in HOUN. Lee indica che un Hound differisce da un Mastino perchè il primo ha "...la pelle che penzola sotto la gola e lunghe pieghe penduli." Il Dr Watson descrive The Hound come segue: "---i contorni del muso, del pelo del collo e delle pieghe del collo mandavano un bagliore sinistro" [HOUN 757] Le pieghe del collo di The Hound potevano così essere chiaramente viste di notte allo splendore della preparazione di fosforo, a una distanza di circa 50 yarde [HOUN 754], mentre un Mastino non avrebbe avuto quelle pieghe pronunciate.. Vi è però l' "--- aspetto feroce ---" [HOUN 757] di The Hound, che indica l'influenza del mastino. Con tutto questo parlare di incroci, comunque, dobbiamo richiamare costantemente che il Dr Watson non dice che The Hound era un incrocio diretto tra un Bloodhound e un Mastiff, ma fa una affermazione negativa dicendo di The Hound che: "Non era un puro bloodhound né un mastino puro ---" [HOUN 757], e dobbiamo notare che dice solo che The Hound "--sembrava essere una combinazione dei due." [HOUN 757 \96 sottolineatura di Weller], non che fosse davvero così, cosicchè i punti su ciò che sembrava di cui sopra sono particolarmente pertinenti.

Si è fatto riferimento allo sviluppo dei programmi di incrocio di cani e di Hound alla fine del 19\B0secolo in Inghilterra. Ciò è vero per i Bloodhound come per altre razze: fu creata la Associazione degli Allevatori di Bloodhound, che creò grande interesse con la rimarchevole serie di tentativi di incrocio portati avanti nelle brughiere dello Yorkshire nel 1898. Watson può aver saputo di quegli sviluppi e tentativi quando venne a stendere il resoconto del caso dei Baskerville, nel 1901, e il suo collega medico e letterato, Arthur Conan Doyle, era certamente al corrente di quegli sviluppi, essendo divenuto un attivo membro dei cacciatori di Hindhead. Gli aficionados della caccia al tempo del caso Baskerville avrebbero dovuto essere a conoscenza anche dei rischi che potevano sorgere dagli incroci: la muta di Bloodhounds forse più famosa mai esistita in Inghilterra, i Savernake Bloodhounds, era stata distrutta nel 1887 dal suo proprietario, Lord Ailesbury, dopo che erano stati incrociati con dei Foxhounds o Buckhounds ed erano divenuti pericolosamente feroci. La taglia del Bloodhound non è certamente sottovalutata se un'altra famosa muta, appartenenente a Lord Wolverton, venne usata per cacciare cervi nel Dorset fino al 1879, ed altri proprietari seguirono il suo esempio.

Data l'enfasi sull'atavismo nel racconto del caso Baskerville, si potrebbe suggerire che ci sia una ragione ancora più forte di ferocia presente in The Hound quando attacca Sir Henry: la ferocia canina è qui simile a quella dei giorni in cui i Baskerville arrivarono per la prima volta in Inghilterra nell'11\B0 secolo. L'antenato del Bloodhound era in quei giorni, come detto sopra, una creatura molto più portata all'attacco. C'è naturalmente la possibilità di una influenza su The Hound dell'elemento mastino nell'incrocio, ma in precedenza l'elemento Bloodhound sembra aver controllato le caratteristiche di attacco del mastino, dato che non c'è evidenza che The Hound abbia direttamente attaccato Sir Charles o Selden. Non può essere abbastanza sottolineato che è solo quando The Hound divenne "--- mezzo morto di fame ---" [HOUN 766] che attacca per davvero qualcuno, e cioè Sir Henry [HOUN 757]. Holmes dà per scontato che la sola ragione per cui The Hound non sbranò Sir Charles è che gli Hound non sbranano creature morte [HOUN 763], ma questo è un non senso: tutti gli Hound mangiano carne morta e un animale digiuno avrebbe certamente sbranato un uomo morto per avere carne. Noi pensiamo che essendo stato "--- incitato dal suo padrone ---" a cacciare Sir Charles [HOUN 763], The Hound fece ciò che molti moderni Hound fanno, non attaccare direttamente la preda ma metterla all'angolo e poi, come Holmes suggerisce, fu "--- richiamato ---"dal suo padrone e riportato al suo nascondiglio [HOUN 763], esattamente come succede per un Bloodhound. Si noti che non c'è indicazione che The Hound abbia attaccato Selden, malgrado le invenzioni grafiche di vari film: abbiamo invece la descrizione del rumore fatto da Selden cacciato da uno a Hound, e poi la descrizione di Selden trovato dopo essere caduto da un precipizio: è significativo che Watson riporti solo il cranio sfondato dell'evaso senza alcuna menzione al fatto che egli sia stato sbranato [HOUN 743]. Malgrado che sia stata qui generalmente sottolineata, e abbastanza a ragione, la mancanza di ferocia del Bloodhound si deve notare che quando Lord Ailesbury ristabilì la sua muta di Bloodhound a Savernake nel 1914, quegli Hound, uccisero, molto occasionalmente, dei cervi.

Tutta la massa di evidenze di cui sopra sembra suggerire che in The Hound l'influsso predominante era quello degli Hound e dovremmo perciò rifiutare di considerare altri cani che non siano Hound, come il Mastino, nello scegliere la parola italiana per 'Hound' nel titolo The Hound of the Baskervilles. Abbiamo diverse alternative disponibili, o meglio, le hanno i nostri colleghi italiani. Possono continuare ad accettare l'uso de mastino, in Il mastino dei Baskerville, con le sue chiare connotazioni tra i non-Holmesiani italiani, perpetuando così il modo in cui molti italiani continuano automaticamente con "--- dei Baskerville" se imbeccati con "Il mastino ---". Oppure potrebbero accettare il suggerimento de Il cane dei Baskerville che è stato già accettato da alcuni editori, per rigettare la scorretezza del concentrarsi sugli elementi da mastino di The Hound: ma The Dog of the Baskervilles davvero non è considerabile un titolo accettabile, con la sua mancanza di enfasi sulle speciali caratteristiche di un Hound. Potrebbero sceglie l'opzione di evitare il problema traducendo il titolo con La maledizione o La bestia o Il mostro dei Baskerville ma tutti perdono la rilevanza del titolo perfetto, in inglese, di The Hound. Potrebbero accettare il fatto che non c'è una parola appropriata nell'italiano moderno per 'Hound' e fare quello che gli inglesi frequentemente fanno quando si trovano in situazioni simili, cioè usare la parola straniera che è più adatta (come si è fatto in Inghilterra con paparazzi). Avrebbero così Il Hound dei Baskerville. Gli italiani però sono giustamente fieri della loro lingua e potrebbero sentirsi insultati da un tale rimedio. Come alternativa potrebbero far rivivere l'uso Vittoriano del termine italiano segugio intendendolo come 'Hound', ed avere Il segugio dei Baskerville. E' molto difficile tuttavia cambiare il significato di una parola così deliberatamente, e ne deriverebbero incomprensioni sul significato del titolo del libro: ne deriverebbe quasi inevitabilmente una riduzione della reputazione di ferocia di The Hound. La migliore alternativa che questo commentatore può offrire è che si dovrebbe evitare confronti con l'italiano moderno, e complimentarsi invece con la sagacia ( inostri colleghi italiani ci perdonino il gioco di parole anglo- romano) di coloro che fornirono le basi di quella lingua, i Romani, che decisero che i cani usati per scopi di caccia dovessero essere chiamati come gruppo sagaces, lo stesso gruppo che includeva quelli che oggi noi chiamiamo Hounds. Il problema è che nell'italiano moderno abbiamo ancora la parola "sagace", con cui si intende "saggio": possiamo davvero suggerire che The Hound, quantunque innocente, fosse saggio? Dobbiamo concludere notando che quasi tutti i tentativi di controllare artificialmente l'uso del lingaggio sono falliti, come è particolarmente evidente con i tentativi perfettamente comprensibili che vari governi francesi han fatto per proteggere la loro lingua dalla contaminazione di altre lingue, specie l'inglese e l'americano. Dato l'uso popolare in Italia c'è da temere che la presa linguistica de Il mastino sia forte probabilmente altrettanto della presa delle mascelle della creatura che porta quel nome nella maggior parte delle edizioni italiane di HOUN. Possiamo esser sicuri però che Watson ed ACD colsero al volo la perfetta parola inglese per la spaventosa belva di Dartmoor, The Hound of the Baskervilles

Ulteriori commenti dal convegno La Maledizione dei Baskerville

di Philip Weller MHS
con contributi di Stefano Guerra, Antonio Iriarte, Uwe Sommerlad, Masamichi Higurashi e Tanya Izzard

Al Simposio per il Centenario di The Hound di Uno Studio in Holmes intitolato La maledizione dei Baskervilles, il past-President Stefano Guerra ha presentato un intervento sulla decisione presa nella associazione USIH sul titolo della prossima edizione di HOUN e sul modo di tradurre la parola Hound in quel volume. Il titolo di questa edizione annotata italiana ricorderà quello usato nella prima traduzione italiana, correggendo solo il plurale italiano della famiglia, La maledizione dei Baskerville. Stefano propone che nel testo The Hound sia tradotto con "Il Cane". Stefano ha puntualizzato tutti I problemi associati a quella scelta ma ha sostenuto che è il miglior compromesso per evitare il vecchio uso di mastino, illustrando quell'errore. Ha portato un eccellente argomento per suggerire che The Hound fosse fortemente influenzato dal magnifico cane italiano, il Mastino Napoletano, ma poi ha rigettato questa tesi obiettando all'enfasi sull'elemento Mastino contrapposto a quello Hound nel The Hound. Ha fornito un eccellente giustificazione per l'uso della parola cane parlando della particolare dualità nella natura di tutti i cani, comparando il modo in cui i cani sono considerati "i migliori amici dell'uomo" ma anche potenzialmente pronti a tornare al padre originale di tutti i cani, la fonte di paura insita in tutti gli uomini, il Lupo. Ci sono naturalmente molte affinità tra The Hound e l'archetipo del Lupo: The Hound ulula di notte nella brughiera, e molte leggende sugli Hound hanno le loro origini nella mitologia del Lupo, visto (talvolta ingiustamente) nei tempi passati come una vera minaccia per l'uomo. Questo ci riporta alle divisioni di E L Harting in età Vittoriana in gruppi che includevano quello dei Lupoidi, menzionati nell'articolo precedente.

Ci sono alcune connessioni tra il Lupo e lo Hound nella più grande opera letteraria italiana, La Divina Commedia di Dante Alighieri.. Nel suo viaggio dall'oscurità alla luce egli incontra tre belve feroci, un leopardo, un leone, e uno che lo terrorizza di più e che lo persuade ad abbandonare la ricerca, un Lupo (in realtà, una lupa) (1) . C'è molta discussione sul significato allegorico di questo lupo, ma molti Dantisti pensano che rappresenti l'avarizia. Ciò è particolarmente significativo in riferimento al caso Baskerville perchè come molti scritti di ACD verte su diritti di proprietà, sia su Baskerville Hall che sulle donne della storia che sono viste soprattutto come oggetti di possesso. Dante dice che il Lupo della storia ha conquistato molti uomini in passato e continuerà a farlo in futuro, finchè non sarà distrutti da'l Veltro o veltro, (2) una parola che potrebbe essere tradotta in inglese come Hound e che ci riporta ancora alla traduzione italiana per segugio, che è la stessa parola usata per Hound.

Si potrebbe essere tentati di suggerire Il veltro dei Baskerville come titolo italiano per The Hound, ma si deve notare che il veltro di Dante è l'entità che salverà l'Italia da peccati come l'Avarizia distruggendo il Lupo (o The Hound). Sarebbe perciò più corretto far riferimento a Holmes come il veltro, perché è lui che distruggerà The Hound (il Lupo nei termini di Dante): e guarda caso Holmes è definto nelle traduzioni italiane "il segugio". E' un peccato che la soluzione veltro non vada, perchè si potrebbe notare che gli avari come Stapleton sono puniti nel Nono Cerchio dell'Inferno, e che il gradino successivo porta a una grande palude in cui sfocia il fiume Stige (Inferno, Canto VIII), proprio nel modo in cui il fiume Swincombe si immette nelle paludi di Fox Tor (l'originale delle "grandi paludi di Grimpen"). Abbiamo perciò l'Avarizia associata con Baskerville Hall sul bordo delle grandi paludi di Grimpen: 'grim' è il nome che si usa a Dartmoor per Satana, che comanda nell' Inferno di Dante, e The Hound (Stapleton) è punito con l'immersione nella palude. (3)

Come già detto l'identificazione del veltro dantesco è un soggetto di aspro dibattito, reso più difficile da fatto che Dante deliberatamente usava allegorie dai molti significati, alludendo agli aspetti politici, spirituali e culturali del suo viaggio, (4): ma un buon candidato sul fronte politico è il suo ospite e talvolta sponsor, Can Grande della Scala, Signore di Verona, dato che Dante aveva sperato che questa figura avrebbe unito l'Italia e abolito l'avidità e la corruzione che impedivano il buon governo e il benessere. (5) Can Grande nell'antico italiano significa "Grande Cane" (6) e per quelli che obiettano (come fa questo autore) a rimpiazzare una parola singola come "Hound" con una composta, si dirà che autorevoli trattati storici italiani si riferiscono a Can Grande della Scala più semplicemente Cangrande. Potremmo così proporre il titolo di Il cangrande dei Baskerville, dando un piccolo aiuto alla scelta di cane.

Stefano ha confessato, dopo aver visto la magnifica collezione di materiale su Hound di Gabriele Mazzoni messa in mostra al convegno, che includeva più di 200 edizioni diverse di The Hound, di essere stato tentato di appoggiare Il segugio dei Baskerville dopo aver visto una edizione italiana del libro del 1933 di Agatha Christie's The Hound of Death, tradotta da Giuseppe Lippi come Il segugio della morte. E' rimasto anche spiazzato dal vedere che mentre le prime edizioni spagnole de The Hound erano intitolate El perro de los Baskerville, le più recenti erano intitolate generalmente El sabueso de los Baskerville. Il nostro collega Antonio Iriarte, Chairman della Sherlock Holmes Society di Spagna, , The Amateur Mendicants of Madrid, ha suggerito (con una spiegazione assai più esauriente di quanto non riportato qui) che la vecchia traduzione, che significa Il cane dei Baskerville, dovrebbe essere rifiutata in quanto troppo generica, mentre il termine spagnolo ( o meglio, Castigliano) sabueso è più specifico per The Hound of the Baskervilles. Egli ci ha detto che in altre due lingue ufficiali spagnole, il Galiziamo e il Catalano, si torna al cane con rispettivamente El can dos Baskerville e El gos dels Baskerville.

Gli Sherlockiani francesi non sembrano essersi cimentati in un serio studio dell'argomento e pare si contentino di accettare Le chien des Baskerville, dato che devono usare due o più parole per esprimere il concetto di un cane da caccia (chien chasseur, chien de meute, etc), e a differenza degli italiani non hanno una parola singola per Hound. Hanno l'intrigante parola Sloughi, che ricorda i Slough Hounds o Sleuth Hounds inglesi, divenuti gli Sleuth dei romanzi gialli. Uno Sloughi, tuttavia, è una Arabian Gazelle Hound, lo Hound usato per la caccia alle gazzelle in Arabia (in Inghilterra si usa la parola Saluki, che è più foneticamente corretto) e ha un aspetto del tutto diverso da The Hound.. I francesi hanno anche un'altra parola interessante, Dogue, che indica un cane molto simile apparentemente a The Hound: si tratta di un mastino che sembra derivato dal mastino Napoletano, e il suo nome completo è Dogue de Bordeaux. E sarà meglio chiarire, prima che qualche giorno i francesi proclamino che The Hound era francese, come è stato fatto per scherzo con Holmes,, che si tratta di un mastino Napoletano e non Napoleonico! E ricordiamo che The Hound era innocente, mentre Napoleone sarà sempre associato col crimine nel mondo Holmesiano.

Le traduzioni giapponesi sono forse le più sorprendenti: il nostro socio giapponese, Hirayama Yuichi, ci dice che la prima traduzione, del 1916, ha il titolo Meiken Monogatori, cioè "Storia di un grosso cane"! Una edizione del 1923 era intitolata Ma no Inu, ciè "Lo Hound mostruoso", e la prima che riporta il titolo corretto è del 1929, Baskerville no Inu, or "The Baskerville Hound." I giapponesi si sono sempre cimentati in traduzioni immaginifiche piuttosto che letterali: una versione per ragazzi del 1955 comparve come Yako Kaiju, che significa "Un mostro che brilla nella notte", il che è certamente pittoresco.

Il riferimento precedente alla criminalità ci ha inevitabilmente suggerito di consultare sulla materia Uwe Sommerlad, Chairman del nostro gruppo tedesco, "I Napoleoni del Crimine": egli, in un lungo articolo pubblicato in altra sede, ha indicato che il titolo popolare in Germania di The Hound era, fino al 1984, Der Hund von Baskerville, che significa "The Hound of Baskerville" invece che "of the Baskervilles", e cioè "lo Hound che viene da un posto chiamato Baskerville" (Antonio Iriarte ci informa che anche in Spagna è occorso un problema simile con alcune antiche traduzioni; ed è lo stesso caso del titolo russo di The Secret Life of Sherlock Holmes, citata oltre). Dopo il 1984 comunque il titolo tedesco è divenuto in genere Der Hund der Baskervilles, che è la traduzione corretta. Il problema è che le parole per "Cane" e "Hound" sono la stessa in tedesco (Hund), ma spesso il significato specifico è riconoscibile dal contesto: vi è poi una differenziazione all'interno del gruppo degli Hound perché gli Hound da fiuto come The Hound, è uno Spürhund. Uwe sottolinea comunque che The Hound è da sempre considerato in Germania come un cane del tipo "lupoide", data la forte influenza del Lupo nella mitologia tedesca

Il titolo di The Hound in Russo è quasi sempre Sobaka Baskerveelliyi (l'alfabeto Cirillico non è trasportabile direttamente nel nostro):Sobaka significa "cane". Vi è poi una edizione dal titolo Baskerveellskaya Sobaka, ma il nostro socio russo Tanya Izzard ci informa che non è una traduzione corretta. Tanya suggerisce che una traduzione migliore potrebbe essere Sobacheshie oppure Psina: la prima parola ha un significato grottesco e mostruoso, la seconda è un colloquialismo: entrambe comunque significano "grosso cane": ciò ci riporta a The Secret Life of Sherlock Holmes.

Dobbiamo concludere, come prima, col suggerire che solo in inglese si riesce ad avere il pieno impatto del titolo originale, con tutte le sue connotazioni oscure, feroci, spaventose, diaboliche e proponiamo che tutte le altre lingue adottino l'originale per aumentare la ricchezza della propria letteratura: perchè all'inizio era il verbo, e il verbo era Hound.

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