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The cipher message begins with a large 534, does it not? We may take it as a working hypothesis that 534 is the particular page to which the cipher refers. So our book has already become a large book, which is surely something gained. What other indications have we as to the nature of this large book? The next sign is C2.
What do you make of that, Watson?"
"Chapter the second, no doubt."
"Hardly that, Watson. You will, I am sure, agree with me that if the page be given, the number of the chapter is immaterial. Also that if page 534 finds us only in the second chapter, the length of the first one must have been really intolerable."
"Column!" I cried.
"Brilliant, Watson. You are scintillating this morning.
[VALL, 771-772]

Canonizziamo il Canone

di Gianluca Salvatori, CHS, BS

Luca, VIII, 17; Art. 7, Legge 22 Aprile 1941, N. 633; Purgatorio, Canto V, 40~43.

Anche il lettore meno attento, dopo aver superato il primo istante di sbigottimento, avrà capito che quelle riportate supra non sono altro che coordinate, indirizzi o "link" (per dirla in termini moderni) utili per poter rintracciare un preciso testo, od un estratto di esso, all'interno di un insieme ordinato di pubblicazioni. Se infatti il lettore, a proprio uso esclusivo, può segnare il passo meritevole di nota con una cartolina, col biglietto del bus o colla foto della fidanzata, quando si tratta di comunicare ad altri detta citazione diviene assolutamente necessario avvalersi di simili strumenti. La catalogazione in versetti, articoli o rime è a tale scopo unanimemente riconosciuta indispensabile per poter comunicare agli altri il punto preciso di un'opera al quale stiamo facendo riferimento od al quale intendiamo espressamente richiamare. Dirò di più. La mappatura di un testo è il primo passo che un serio studioso deve compiere per poter passare all'esegesi del testo.

Proviamo a vedere cosa accade col nostro Canone. Se vi chiedo dove trovare - così, all'impronta - la celeberrima frase "Ed alcuni giorni dopo mi ritrovai a Firenze?" sono certo che la più gran parte di voi andrebbe certamente a cercare ne "L'avventura della casa vuota", ma... a quale pagina? E se invece, più maliziosamente, vi chiedessi in quali punti viene rivelato il colore della dressing-gown del Grande Detective ? In quali avventure ed a quali pagine mi rimandereste? Il mistero è presto svelato. Qui in Italia - strano ma vero - quelle domande sono destinate a rimanere senza risposta. Ribadisco "qui in Italia", perché, al contrario, i nostri colleghi inglesi ed americani hanno la fortuna di poter rispondere al primo quesito con un rassicurante "EMPT, 487" ed al secondo addirittura snocciolando "TWIS, 240; BLUE, 244; EMPT, 494 e, BRUC 929".

I nostri soci certamente sanno che Jay Finley Christ, resistendo ad aspre polemiche sollevate in tutti e cinque i continenti, è riuscito ad imporre il proprio codice di abbreviazioni dei 56 racconti e dei 4 romanzi; così EMPT è "The Adventure of the Empty House", TWIS è "The Man with the Twisted Lips", BLUE è "The Adventure of the Blue Carbuncle" e BRUC è "The Adventure of the Bruce-Partington Plans". Il numero di pagina è invece quello standard dell'edizione Doubleday del 1929.

A questo punto, signori, credo che il mio pensiero vi sia chiaro. I nostri sforzi di studio ed approfondimento del Sacro Canone, per quanto tenaci e costanti siano, non potranno mai assurgere al rango di higher criticism. E questo proprio perché manca la possibilità di comunicarli, di estenderli ad altri lettori, di renderli disponibili agli studiosi che verranno. Non ci è nemmeno possibile, dirò di più, avvalerci dei validi studi compiuti dai nostri colleghi sia d'oltre manica che d'oltre oceano, ed anche questo per lo stesso motivo. Comprendere a fondo un testo di critica, ricco di citazioni e rimandi, ci è negato dall'assenza di una numerazione di pagine che sia concorde con quella universalmente accettata dalle società Holmesiane di tutto il mondo.

La versione italiana, completamente ritradotta seguendo il debito rigore filologico ed annotata nei suoi punti più salienti, viene intercalata da una serie di parentesi quadre riportanti il numero di pagina dell'edizione originale.

Il sistema prescelto ha lo scopo di non vincolare l'editore ad un particolare formato o ad una impaginazione determinata; mentre la soluzione alternativa di riportare la numerazione a margine è stata scartata perché, contro la indubbia maggiore leggibilità, ha prevalso la chirurgica precisione del taglio offerta dal primo metodo. In questo modo è possibile fissare con assoluta accuratezza il momento preciso in cui - nella versione originale - avviene il cambio di pagina.

Spero che queste poche righe possano aver chiarito il mio pensiero così come mi auguro di avervi trasmesso un po' della mia personale smania per la realizzazione della prima traduzione italiana del Sacro Canone.

Del resto, più ci penso e più m'incaponisco: è inaccettabile che in questo secolo, fin troppo noto per l'eccesso di informazione, ci siano persone impossibilitate a comunicare i propri pensieri.

D'altronde Stamford ci ha insegnato come "It is not easy to express the inexpressible". Andate a cercarlo in STUD, 2.

Nota
Inutile sottolineare l'enormità del lavoro che sottende alla realizzazione dell'opera che qui idealizzo. Nel caso l'idea prendesse corpo ed iniziasse a farsi realtà ogni aiuto, anche per una sola nota a piè di pagina, è particolarmente gradito.
Chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, a partecipare al progetto o semplicemente a comunicarmi le proprie invettive può farlo all'indirizzo che segue:

Gianluca Salvatori, CHS, BS
Casella Postale 14
55042 Forte dei Marmi
Lucca - Italia
mycroft@versilia.toscana.it
gianluca@bellonda.com