Home >>> The Strand Magazine >>> Strand n.4 >>> Tre telegrammi e un funerale
 

Tre telegrammi e un funerale

Speculazioni sugli eventi susseguenti la "morte" di Sherlock Holmes

di Ray Betzner

Quando gli studiosi Sherlockiani esaminano gli eventi susseguenti la "morte" di Sherlock Holmes alle Cascate del Reichenbach, essi in genere focalizzano la loro attenzione su ciò che Holmes stesso fece durante il Grande Iato. Io vorrei evitare questa questione ed esaminare come la sua scomparsa al Reichenbach abbia influenzato coloro che lo avevano conosciuto meglio.

Cominciamo con gli eventi che portarono al primo dei tre telegrammi.

Sappiamo dai resoconti del "Problema Finale" e della "Casa Vuota" che prima Watson e poi Watson insieme a - come dice Holmes - "tutta la gente che la seguiva" perlustrarono a lungo lo stretto passaggio sulle cascate prima di raggiungere la loro erronea conclusione. Essi infine lasciarono le cascate e tornarono all'Englisher Hof Hotel. Questo diede a Holmes il tempo di discendere dal picco sul sentiero sul quale si era arrampicato, schivare il masso lanciatogli da Moran ed iniziare la sua marcia oltreconfine verso Firenze.

Mi sembra probabile che a questo punto Watson abbia mandato il primo di due telegrammi a Londra. Questo telegramma dovrebbe essere andato a Mycroft Holmes. Ci si ricorderà che Sherlock aveva detto nella lettera lasciata al Reichenbach che egli aveva "lasciato ogni disposizione della mia proprietà prima di lasciare l'Inghilterra intestandola a mio fratello Mycroft". Come il più stretto, e forse unico, parente in vita, è naturale che Mycroft abbia ricevuto una nota che descriveva le circostanze in cui Sherlock aveva sacrificato la sua vita perché il mondo fosse liberato dal Prof. James Moriarty.

Ritornerò più tardi a Mycroft. Ora rivolgiamoci al secondo telegramma che Watson spedì. Io credo che questo telegramma sia andato a sua moglie, Mary Morstan Watson. Il ruolo assente che essa ricopre negli eventi del "Problema finale" mi risulta leggermente non chiaro. Sappiamo che quando Holmes arrivò allo studio di Watson per chiedergli aiuto, Mary era "fuori per una visita". Watson lasciò Londra il giorno seguente. Forse Watson le lasciò una qualche sorta di comunicazione che indicasse che egli, come dice ne " L'uomo dal labbro storto", si era gettato a condividere la sorte di Sherlock Holmes ? Ma eccetto questo vago riferimento, combinato con una certa indicazione che i due erano diretti in Continente, Mary probabilmente aveva una idea vaga di dove suo marito fosse o quanto a lungo sarebbe stato via. Mai durante il loro soggiorno attraverso l'Europa Watson menziona delle comunicazioni con sua moglie. Come potè egli lasciarla all'oscuro in quel modo ? Io credo che Holmes avesse avvisato Watson che quello era il comportamento più sicuro. Se Mary avesse saputo di più sulla loro fuga lungo l'Europa, avrebbe potuto ritrovarsi a diventare una pedina nella mortale partita tra Holmes e Moriarty.

Dopo il duello al Reichenbach, non c'era più necessità di silenzio. Ora Watson doveva dirle che anche se lui era salvo, l'uomo che era responsabile del loro incontro era morto.

La mattina successiva Watson dovette capeggiare la squadra di soccorso il cui triste compito era cercare lungo le rocce e l'intrico della vegetazione lungo il corso del Reichenbach alla ricerca del corpo di Holmes. Anche se le speranze di ritrovare ancora vivo il detective erano scarsissime, dirigere gli sforzi della ricerca deve aver tenuto l'attenzione del dottore distolta dal pieno impatto della recente tragedia.

Dopo un giorno, o forse due, l'inevitabile conclusione deve essere divenuta inequivocabile : Holmes era morto, e il suo corpo disperso. Watson, esausto nella mente, nel corpo e nello spirito, deve essere tornato una volta ancora allo Englisher Hof per passare la sua ultima notte in Svizzera prima di cominciare il lungo viaggio di ritorno a Londra. Solo.

Riprendiamo ora lo svolgersi degli eventi seguendo Mycroft. Ed è qui che io devo chiedere la vostra indulgenza. Mentre siamo stati guidati fin qui dai cenni e dagli indizi nei racconti di Watson, dobbiamo ora usare la nostra immaginazione per riempire i vuoti sostanziali nel racconto al fine della comprensione degli eventi di questo cruciale periodo. Per quelli di voi che si ribellano ad un tale esercizio, mi permetto di rammentarvi ciò che Sherlock Holmes stesso disse in circostanze simili : " Sì, lo ammetto, mera immaginazione : ma quanto spesso è l'immaginazione madre della verità ? " (VALL).

Mycroft era ben al corrente del gioco del gatto e del topo che suo fratello e Moriarty stavano giocando. Si ricorderà che fu Mycroft a guidare la carrozza che portò Watsonda casa sua all'estremità sullo Strand della Lowther Arcade per la sua pazza corsa attraverso la Victoria station per prendere il Continental Express...

Ed era ancora Mycroft che, forse più di ogni altro, sapeva che minaccia terrribile rappresentasse Moriarty per la sicurezza del fratello. Infatti io credo che Mycroft conoscesse Moriarty molto bene, dato che essi condividevano non poche caratteristiche. Entrambi gli uomini erano al centro di una vasta rete informativa ed operativa, entrambi erano grandi pensatori e programmatori, ed entrambi operavano al riparo dalla vista del pubblico. Per non menzionare il fatto che entrambi erano intelligenti almeno tanto quanto lo stesso Sherlock Holmes.

Sapendo tutto questo non fu forse una sorpresa per Mycroft ricevere notizia della morte di suo fratello tramite il telegramma di Watson. Il ruolo di Mycroft cambia ora improvvisamente da quello di confidente del fratello ad esecutore testamentario di Sherlock. I suoi doveri in questa veste erano ben definiti dai rituali mortuari che erano assai rigidi nel tardo periodo vittoriano.

Il primo posto in cui Mycroft dovette recarsi fu un impresario di pompe funebri locale. Le circostanze della morte di Sherlock dovettero mettere suo fratello e coloro che lo assistevano in una situazione inusuale, ma non unica: la mancanza del corpo. I rituali mortuari seguivano un rigido protocollo a quel tempo ed è probabile che Mycroft abbia comperato una bara, scelto il posto dell'inumazione, e presi gli appropriati accordi con un religioso locale per il funerale, proprio come se il corpo di Sherlock fosse stato rinvenuto. La più grande differenza era che, dato che non c'era preoccupazione di decomposizione del corpo, non c'era necessità di fare in fretta questi preparativi. Mycroft potrebbe aver avuto il tempo di farsi confezionare da un sarto un abito da funerale. Tali abiti stavano diventando meno comuni tra la popolazione comune, ma fonti contemporanee indicano che oltre alla tradizionale fascia di seta nera da portare come bracciale, veniva preparato per il funerale un abito di taglio e materiale adatto e sobrio.

C'era una altra buona ragione per Mycroft per ritardare la cerimonia: io credo che egli sia stato tanto premuroso da voler aspettare fino al ritorno di Watson in Inghilterra.

Ora dobbiamo permettere alla nostra immaginazione di giocare ancora un poco. A un certo punto nella settimana seguente la "morte" di Sherlock, vale a dire in un giorno della settimana iniziata il 4 Maggio 1891, Mycroft ricevette il terzo dei tre telegrammi. Mi piace pensare che essendo esso stato recapitato al Diogene's Club, Mycroft abbia emesso un udibile "gasp"- in oltraggio alla proibizione del club a qualsiasi rumore. Sul contenuto del telegramma possiamo solo speculare . E' piacevole pensare che Sherlock anticipasse il famoso cablo spedito da Mark Twain circa sei anni più tardi e che annunciasse a suo fratello che "le notizie della mia morte erano fortemente esagerate".

In qualunque modo esprimesse nel suo telegramma la notizia che era ancora vivo, ci sono buone ragioni per credere che Sherlock Holmes non avesse altra scelta che rivolgersi a Mycroft per aiuto. Consideriamo questo : quando Sherlock corse via dal Reichenbach e sfuggì a Moran, egli aveva solo i vestiti che indossava e il denaro che aveva nelle tasche. Man mano che i giorni passavano e il suo progetto di fingersi morto si rafforzava, egli deve aver preso coscienza del fatto che aveva bisogno delle basi per sopravvivere : denaro per sostituire gli abiti strappati, e provvedere alle sue necessità e ai suoi desideri, un passaporto sotto falso nome per viaggiare liberamente, forse delle lettere di presentazione, anch'esse sotto falso nome. Aveva anche bisogno di un agente a Londra in grado di riferirgli i movimenti dei membri superstiti della banda di Moriarty e di fargli sapere quando fosse giunto il momento del ritorno. Mycroft era il soggetto ideale per rispondere a questi requisiti.

Una volta che i due fratelli furono entrati in contatto, deve essere diventato ancora più importante per Mycroft procedere alla programmazione dei funerali di Sherlock. Ora più che mai era essenziale che tutti credessero che Sherlock era morto: la sua stessa vita dipendeva da ciò.

Che tipo di funerale fu quello? I servizi funerari Anglicani di quel periodo erano simili nella loro struttura ai servizi Cristiani di oggi, ma il loro scopo era assai differente. I funerali di oggi combinano il conforto religioso a una celebrazione della vita del deceduto. Ma i funerali del tardo periodo vittoriano erano concepiti come lezioni sulla bontà della misericordia di Dio. Infatti un testo di istruzioni per pastori della fine del secolo dice che "il vero oggetto dello scopo del funerale non è tanto elogiare lo scomparso, quanto istruire, confortare e rendere migliori i vivi".

Chi presenziò al servizio? E come fu colpito dalla morte di Holmes?

Questi, per me, sono i punti più stuzzicanti da considerare. Lasciamo che i banchi della chiesa si riempiano pian piano, mentre noi continuiamo a lasciar vagare la nostra immaginazione.

Cominciamo dal fondo della chiesa. Anche se a quel tempo si scoraggiava la partecipazione dei bambini ai servizi funebri, mi piace pensare che nessuna usanza avrebbe potuto tenere lontano gli Irregolari di Baker Street. Equipaggiati dei loro cenci migliori, con le giacche lavate e i capelli pettinati, quei ragazzi devono aver trovato poco conforto nelle parole del pastore. I bambini poveri erano esseri anonimi nella Londra del 19° secolo, e i cittadini "migliori" non prestavano più attenzione ad essi che a un lampione o a una cassetta della posta. Sherlock Holmes non solo li riconosceva, ma aveva dato loro un identità e uno scopo. Loro erano gli Irregolari di Baker Street e il loro compito era andare dappertutto, vedere ogni cosa. Gli scellini che Holmes dava loro li aiutava a sostenersi nel corpo: ma l'identità che egli dava loro sosteneva le loro anime. Senza Sherlock Holmes il futuro degli Irregolari appariva cupo.

Neanche le donne si trovavano normalmente ai funerali. L'opinione generale era che queste fossero occasioni solenni e che le donne, come i bambini, fossero facili a crollare e a mostrare emozione, un grossolano passo falso. Ma anche qui io preferisco credere che nessuna sorta di pressione sociale avrebbe tenuto lontano da questo evento la governante di Baker Street. Infatti, Mycroft potrebbe averla personalmente invitata a presenziare, andando a visitarla subito dopo aver ricevuto il telegramma di Sherlock. Che Mycroft abbia fatto in modo di lasciare immutate le stanze di Baker Street durante il Grande Iato noi non possiamo dubitarlo: ma come fece Mycroft a giustificare la sua strana richiesta a Mrs. Hudson, senza dirle la verità ?

Io penso che Mycroft possa averle ricordato la decisione di Sua Maestà la Regina Vittoria, che fece qualcosa di simile dopo la morte del Principe Consorte. Era il segreto di Pulcinella che ogni mattina dopo la morte di lui, gli abiti del Principe Consorte venivano tirati fuori per la giornata, si preparavano gli utensili per la barba e un bacile d'acqua calda come se egli stesse per provvedere alla sua toilette mattutina. Poi, quando la Regina lasciava gli appartamenti privati per recarsi ai suoi impegni, i vestiti e gli oggetti del Principe venivano riposti fino al giorno dopo. La sua presenza era così completa che in ogni ritratto ufficiale della famiglia reale c'era una rappresentazione del Principe, o in statua o in ritratto. Con un tale esempio di venerazione per lo scomparso da parte della Regina, come avrebbe potuto Mrs. Hudson dir di no alla richiesta di Mycroft di non toccare le stanze di Baker Street come omaggio a suo fratello ? Egli le avrebbe pagato l'affitto delle stanze, così lei non avrebbe dovuto perdere alcun introito. E Mycroft avrebbe avuto bisogno di una chiave e di poter venire occasionalmente a passare un po' di tempo lì da solo, o così almeno io credo abbia detto. Ciò prevedendo il momento in cui Sherlock avesse avuto bisogno di qualcosa a Baker Street e avrebbe chiesto a Myccroft di prenderlo e spedirglielo. Il ruolo di Mrs Hudson passava dunque da governante a guardiana del memoriale di Sherlock Holmes.

A circa metà della chiesa si sarebbero potuto vedere un gruppo di uomini, tutti vestiti alla maniera della middle class, volti maschere del contegno Britannico. Lestrade, Gregson, Jones e forse Hopkyns devono esser stati lì per pagare il loro tributo al loro saltuario collaboratore ed occasionale concorrente. Qualunque cosa essi possano aver detto su Holmes e i suoi metodi quando era vivo, mi chiedo se non avvertissero tardivamente il valore di Holmes e delle sue teorie ora che se n'era andato. Chi li avrebbe tirati fuori dai pasticci quando sarebbero andati nel pallone? Chi avrebbe individuato il colpevole e glielo avrebbe consegnato, senza mai chiedere credito per il lavoro? Senza Sherlock Holmes questi uomini avrebbero goduto della stessa reputazione di cui ora si gloriavano? Tra questi investigatori la perdita era reale: Scotland Yard poteva contare solo su di sè, ora.

E cosa possiamo dire di Watson? Lì, vicino all'inizio della chiesa, con Mary al suo fianco, Il miglior e, e per certi versi il solo, amico di Sherlock Holmes doveva essere distrutto. Anche se nessuno avrebbe potuto prevenire la morte di Holmes, io posso immaginare che Watson avvertisse un profondo senso di responsabilità per la vita e la salute di Holmes. Fu in quel momento che Watson ebbe la sua rivelazione? Se non era riuscito a salvare la vita di Holmes, forse avrebbe potuto far rivivere Holmes di nuovo pubblicando i suoi casi. Watson aveva avuto già un certo successo con "Uno studio in Rosso" e con "Il segno dei quattro": ma c'era ora un problema. Watson adesso lavorava a pieno ritmo e con una famiglia a carico: non aveva il tempo di scrivere dei romanzi, neppure con l'aiuto di Arthur Conan Doyle. D'altra parte, avrebbe potuto avere il tempo di scrivere brevi storie e c'era una pubblicazione abbastanza nuova chiamata "The Strand" che stava attirando una certa attenzione. Io credo non sia una coincidenza che la prima delle "short stories" di Sherlock Holmes sia stata pubblicata nel Luglio 1891, giusto pochi mesi dopo il funerale.. Holmes poteva bene essere perito in Svizzera, ma Watson era certo che la sua memoria avrebbe vissuto ancora.

Prima di chiudere, vorrei lasciarvi con un altra speculazione. Mi chiedo, se noi ci fossimo recati in una zona un po' appartata, come la cantoria del Coro della chiesa, se non avremmo trovato un uomo alto e magro seduto lì. Avrebbe potuto sembrare un anziano prete cattolico, o forse un capitano di mare, o forse un vecchio, rugoso, venditore di libri. In ogni caso, potete forse credere che Sherlock Holmes avrebbe perso l'occasione di presenziare al suo stesso funerale? Dopo tutto, come egli stesso ammette nel "Trattato Navale", "Non posso mai resistere a un tocco di drammatico".