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Sherlock Holmes a Venezia

di Ivo Lombardo

Prendo spunto dall'articolo di Massimo Itta apparso sullo Strand di Dicembre 1999 per parlarvi di come mi sia nata la passione per Sherlock Holmes e di cosa ne sia poi conseguito.

Devo dire che fino all'età di 22 anni non avevo mai letto un romanzo giallo! Quel genere letterario mi era completamente sconosciuto! Fino ad un fatidico venerdì del giugno 1986 quando, aspettando la corriera per andare da Venezia a Padova, dove allora studiavo, il mio sguardo si posò casualmente su un'edizione economica de "Le Avventure di Sherlock Holmes". In quel momento dissi a me stesso: "È da una vita che sento nominare questo personaggio, ma non ho mai capito perché riscuota un successo di tale portata. Voglio proprio togliermi la curiosità."

E fu amore a prima lettura! Del personaggio mi colpirono le straordinarie doti di deduzione e, soprattutto, il processo di induzione in base al quale, tramite l'analisi di alcuni indizi, che spesso sfuggono all'attenzione dell'uomo comune, si riesce a risalire alla verità sul caso. Queste tecniche di sfida intellettuale mi colpirono a tal punto che mi appassionai come non mai ad un personaggio e a tutto un genere letterario fino ad allora sconosciuto. E, a mio modesto avviso, sono proprio questi gli elementi che elevano il detective di Baker Street dalla media e lo pongono, per certi versi, su un altro pianeta; almeno stando a quanto asserisce il Dr. Watson, una figura che, tra l'altro, mi attira moltissimo.

Leggendo fra le righe avevo la sensazione che il detective di Baker Street si comportasse proprio come uno scienziato che esamina i dati per formulare le sue ipotesi: un metodo familiare a Conan Doyle, sia per il riferimento costante al Prof. Joseph Bell, sia per il suo background culturale di medico. E proprio nella maggior parte delle storie di Sherlock Holmes si trova un mirabile amalgama tra letteratura e metodo scientifico, che conferisce alla lettura di evasione una dimensione molto più seria e reale, come se i casi risolti dal nostro ci appartenessero da vicino e che il personaggio fosse una persona reale, con la quale il lettore ha la possibilità di dialogare e prender parte ai suoi processi di induzione e deduzione (sottolineo l'importanza della distinzione). Processi che, in molti casi, fanno parte della nostra vita quotidiana, ma che noi utilizziamo spesso in modo inconsapevole e scarsamente rigoroso.

L'interesse per il nostro mi portò a leggere (anche più volte) tutto il Canone, nonché alcuni degli apocrifi più importanti. Fino a quando, una sera di mezza estate (qua Shakespeare non c'entra), seduto in un bar di Venezia, parlando con un amico del più e del meno sulla nostra città, dissi: "Certo Venezia trasuda mistero da tutte le parti. Ora capisco perché vi sono stati ambientati parecchi gialli e storie di spionaggio." Il mio amico mi osservò per qualche secondo e disse: "Non vorresti provare a scrivere anche tu un giallo ambientato a Venezia?"

"Ma io, come letteratura gialla, conosco bene solo Sherlock Holmes!"

"Benissimo! Allora scrivi un romanzo che parli di Sherlock Holmes a Venezia."

E fu così che iniziò la mia avventura sherlockiana. Dovevo cercare dei luoghi compatibili con l'intreccio della storia e che, al contempo, si discostassero dalla banalità degli scenari della "Venezia turistica". In tal modo andai alla scoperta della "Venezia minore", meno conosciuta ma non meno interessante da visitare e, forse, anche più vera di quella conosciuta in tutto il mondo. Buona parte del tempo la impiegai anche per svolgere delle ricerche all'Archivio di Stato e nelle biblioteche pubbliche della città, in modo da conferire un minimo di plausibilità storica alla vicenda ed evitare di cadere in anacronismi.

Alla fine, pubblicai il romanzo con un editore locale con lo pseudonimo di Omar Vidolbo, anagramma di Ivo Lombardo. Costui, inizialmente, aveva cercato di fare una corposa campagna pubblicitaria, istituendo la gita domenicale "La Venezia nascosta di Sherlock Holmes". E quest'ultima si rivelò un successo tanto clamoroso quanto inatteso (almeno da parte mia).

La prima volta ebbe luogo l'ultima domenica del maggio 1995 e il mio primo cliente fu un signore triestino di mezza età, pubblicista dilettante e venezianista per passione. Rimase così entusiasta dell'iniziativa che, non solo mi fornì notizie storiche della Venezia fin de siècle, ma mi regalò alcuni suoi scritti sulle curiosità veneziane che ancora oggi utilizzo e che sono molto apprezzati dai visitatori, anche perché consentono un approccio multidisciplinare alla gita che, altrimenti, sembrerebbe riservata esclusivamente ad un gruppo ristretto, quello dei fan sherlockiani per l'appunto. Il primo esperimento durò fino al settembre 1995, e devo dire che, fino a quella data, avevano partecipato almeno 300 persone.

Tuttavia, fui costretto a smettere perché il mio rapporto con l'editore, già da tempo incrinatosi per questioni di interesse e di gestione del romanzo (non vi racconto delle scempiaggini commesse da quell'individuo, perché non basterebbe il prossimo numero dello Strand per contenerle tutte), si deteriorò irreversibilmente, al punto che tentai con ogni mezzo di rescindere il contratto anticipatamente. Ci riuscii dopo un'estenuante battaglia di nove mesi (grazie anche alla mediazione di altre persone), rischiando un esaurimento nervoso che non mi portò in manicomio solo perché, evidentemente, lassù c'è qualcuno che veglia su di me.

Una volta riavuti i diritti d'autore, ripresi le escursioni, più per vendere le copie residue che per convinzione vera e propria, perché in quel frangente era maturata in me una certa disaffezione verso il mio romanzo e, purtroppo, verso il detective di Baker Street, assolutamente incolpevole protagonista della mia vicenda editoriale. Fino a quando il Sig. Pino Calliandro, proprietario del ristorante "Antica Sacrestia" di Venezia, propose di sponsorizzare la ripubblicazione del libro presso un altro editore e di pubblicizzare la gita su vasta scala, in modo da renderla una vera e propria alternativa ai classici itinerari turistici. La proposta rigenerò il mio entusiasmo verso Sherlock Holmes, il romanzo, la gita, e tutto il contesto che aveva contraddistinto questa mia prima esperienza di scrittore.

Provvidi a riscrivere il libro, in modo da eliminare gli errori, le ridondanze, gli anacronismi e le incongruenze che erano presenti nella prima edizione (dovuti anche alla mia totale inesperienza in materia e all'incredibile cialtroneria del precedente editore) e, al termine della mia revisione, pubblicai il romanzo presso le Edizioni GB di Padova, editore Giuseppe Bottolo. La nuova versione reca, nelle ultime pagine, la pubblicità del ristorante "Antica Sacrestia", Castello 4442 - 30122 Venezia; Tel. 0415230749.

Non cesserò mai di essere grato al Sig. Pino Calliandro per aver riacceso in me l'entusiasmo iniziale, arricchito dalla mia esperienza di "guida alternativa": un'iniziativa che ha riscosso il favore generale, a cominciare dai numerosi turisti che finora vi hanno partecipato, e dagli operatori del settore che ne sono rimasti "piacevolmente colpiti", se non altro per l'originalità della trovata, alla quale si possono imputare tutti i difetti del mondo, ma non quello di scivolare nello scontato e nel convenzionale. Dico fin da adesso che la gita si terrà ogni domenica (salvo fattori imprevisti e impegni improcastinabili da parte mia) sicuramente per tutto il 2000 e, probabilmente, anche per tutto il 2001. Poi si vedrà!

Cercherò, nel frattempo, di coltivare qualche altro eventuale progetto relativo a Sherlock Holmes e al suo contesto, come la realizzazione di altri racconti sul detective di Baker Street, la creazione di un detective mio, ecc., ma al momento si tratta di robe confinate nel Limbo delle Idee.

Devo aggiungere che quest'iniziativa ha riscosso anche il favore di esperti sherlockiani del calibro di David Stuart Davies e Roger Johnson, che hanno pubblicato un articolo relativo alla mia gita nel numero 25 della "Sherlock Holmes - detective magazine" e del nostro simpaticissimo Alessandro Brussolo di Verona, archivista dell'associazione "Uno studio in Holmes", che mi ha convinto a divenirne socio. Un'idea molto azzeccata, che mi permette di stare in contatto con tutti voi e , perché no, di rinvigorire e propagare su vasto raggio l'interesse per questo personaggio della fiction che, per molti versi, sembra essere più reale della realtà stessa e che, alle soglie del terzo millennio, sembra aver bevuto il filtro dell'immortalità letteraria. Alla faccia del suo creatore, sir Arthur Conan Doyle, che cercò a suo tempo di ucciderlo! La vendetta del detective continua ancor oggi. Spero solo che tutto ciò non mi attiri dall'al di là gli strali dell'autore scozzese. E chissà se il nostro sir Arthur non si decida a dettare anche a me un racconto, come fece a suo tempo con la medium Grace Cooke.

E adesso, permettetemi di illustrarvi in dettaglio i particolari de "La Venezia nascosta di Sherlock Holmes".

Il luogo dell'appuntamento è l'imbarcadero di S. Stae alle ore 11.00. Se volte arrivarci con il vaporetto, dovete prendere la linea 1. Ci sarò io ad aspettarvi.

Il tour comprende una passeggiata attraverso i campi, i campielli, le calli che hanno fatto da scenario alla vicenda narrata nel libro. Le zone maggiormente interessate sono quelle di S. Croce e S. Polo, dove si trovano: la casa della "Venexiana" che si era recata a Londra per contattare Sherlock Holmes; la sede della Loggia segreta di Ca' da Mosto (con un excursus storico sulle Logge massoniche esistenti a Venezia verso a fine del '700); i luoghi dove erano stati nascosti i Gioielli della Corona e i documenti di importanza capitale sottratti agli Archivi Ministeriali britannici; la sede del rifugio segreto di Sherlock Holmes (con una serie di curiosità veneziane sulla zona delle Carampane); la sede dei congiurati (con Tullio Marino e Donna Letizia come protagonisti); la cantina dove Watson cadde nella trappola tesagli dal Prof. Forcola. E poi, attraversato il Ponte di Rialto, vediamo alcune curiosità veneziane spesso ignorate dalle guide ufficiali e accademiche, e poi visiteremo i luoghi dove erano state costruite le "maschere del mistero".

La gita dura complessivamente un'ora e termina in Piazza S. Marco dove si parla della Biblioteca Marciana (sede del complotto). Poi andremo tutti insieme al Ristorante "Antica Sacrestia", dove verrà offerto un drink a tutti i partecipanti. Chi volesse fermarsi a mangiare, avrà uno sconto su menu turistico.

Perché la collaborazione del Ristorante "Antica Sacrestia"? Il Sig. Pino Calliandro ha sempre portato avanti nel suo ristorante iniziative culturali di vario tipo, spaziando dalle mostre di pittura e scultura alle presentazioni di libri, e ha sempre cercato di abbinare il discorso cucina-cultura. "Certi piatti non sono soltanto il risultato di una ricetta, ma riflettono il periodo storico in cui sono stati concepiti. E la convivialità è sempre stata motivo di coesione sociale, perché in tal modo la gente trova l'occasione per stare insieme e poter discutere dei problemi del proprio tempo."

È stato questo lo slogan utilizzato per promuovere l'iniziativa. Iniziativa che, aggiungo io, mette in risalto gli aspetti nascosti della nostra città che, per la sua struttura urbanistica, risulta essere una scoperta continua anche per chi ci vive. Basta, infatti, deviare dai percorsi abituali per ritrovarsi immersi in una realtà nuova, con angoli e anfratti della città spesso dimenticati o ignorati dalla gente, e che non sono meno interessanti delle zone arcinote, ormai inflazionate dai turisti e immerse in un'aberrante contesto di business.

Il mistero abita a Venezia! La stessa città, per la sua unicità, è un mistero urbanistico per antonomasia. E anche il detective di Baker Street vi si troverebbe a suo agio. Invece dello scalpitio delle carrozze e dei cavalli, sentirebbe le grida dei gondolieri e dei barcaioli e percepirebbe lo sciacquio delle imbarcazioni che navigano lungo i canali. Ma l'atmosfera lo stimolerebbe comunque. E sono certo che non gli sarà dispiaciuto allontanarsi qualche settimana dalla sua Londra per risolvere il caso delle maschere. Peccato che Conan Doyle e altri famosi giallisti non abbiano mai avuto l'idea di ambientare una storia di Sherlock Holmes qui a Venezia. Mi prendo io questa soddisfazione!

Dimenticavo: il mio numero di telefono è 041/5241219. Dovreste chiamarmi la sera, oppure chiedere informazioni (uno-due giorni prima) al Ristorante "Antica Sacrestia". La gita è libera e gratuita e dura un'ora. Non c'è bisogno di prenotare, ma è sempre consigliabile avvertire, perché qualche volta ho avuto dei contrattempi e non mi è stato possibile rispettare l'appuntamento.

Spero che mi veniate a trovare. Potrebbe essere una stimolante occasione di incontro per gli amanti di questo genere letterario. Elementare, miei cari sherlockiani!