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Il Grande Viaggio: da Meiringen a Milano

di Enrico Solito

L'indagine sui modi, sui tempi e sull'itinerario del viaggio che portò ai primi di maggio 1891 Sherlock Holmes in Italia è sempre stato al centro dell'interesse degli sherlockiani italiani. Questo tipo di ricerca, tuttavia, è necessariamente speculativa, basandosi sui pochissimi accenni canonici e sulle poche fonti d'epoca disponibili.

Questo intervento, pur continuando a muoversi in un ambito probabilistico, ha l'ambizione di portare un contributo in qualche modo nuovo sull'argomento.

"Datemi dati" implorava Holmes, e cominceremo perciò ad elencare i pochi punti sicuri della vicenda.

Il pomeriggio del 4 maggio 1891, dopo aver girovagato per la Svizzera, uscendo a Leuk dalla Valle del Rodano, passato il Passo Gemmi raggiunta Interlaken e di lì Meiringen, Watson e Holmes si dirigono a Rosenlaui, dove hanno deciso di passare la notte. Raggiungono le cascate del Reichenbach, Watson è attirato indietro da un tranello e Holmes si batte con Moriarty. (FINA). Holmes sopravvive e si inerpica al di sopra del sentiero: assiste alle ricerche disperate di Watson e decide di darsi per morto. Quando Watson se ne va e Holmes resta solo è l'imbrunire. Moran è ancora nei dintorni e cerca di uccidere Holmes scaraventandogli addosso un masso: Holmes riscende sul sentiero e..."me la diedi a gambe, mi feci dieci miglia sulle montagne nell'oscurità e una settimana più tardi mi ritrovai a Firenze, certo che nessuno al mondo sapesse cosa ne era di me." (EMPT).

La prima cosa che colpisce nel racconto è: perché Firenze? Perché non genericamente Italia, o Bologna (città certamente toccata per raggiungere i porti di imbarco per l'India)? Torneremo su questo nella seconda parte della mia relazione: per ora si noti che questo accenno è esplicito e sottende insieme molti significati. Secondo Haynes — ed io concordo — Firenze è il punto cui Holmes si dirige in cerca d'aiuto: lacero, sanguinante e solo.

Un secondo punto su cui torneremo a Sesto Fiorentino è il mezzo con cui Holmes si muove in Italia. Il fatto che egli raggiunga Firenze in una settimana comporta necessariamente la scelta del treno, almeno da questa parte della frontiera. Solo il viaggio Bologna-Firenze in diligenza avrebbe comportato un'intera giornata.

Ma ora siamo ancora nella notte del 4 maggio, sulle montagne svizzere. Quale strada prese Holmes ?

In un interessante articolo comparso nel 1999 Meers sostiene che si diresse a Ginevra, via Interlaken. Mi permetto di riassumere il suo pensiero:

La strada più diretta per l'Italia sarebbe stata quella di raggiungere il Canton Ticino passando dal valico di Grimsel e poi quello di Furka. Ma è incredibile che Holmes abbia valicato due passi alpini in una notte, in quelle condizioni e prima dell'estate.

Deve dunque aver proseguito verso Grindewald e sceso poi ad Interlaken, dirigendosi a Ginevra.

Sul Journal de Geneve del 6 maggio compare l'annuncio di un gentiluomo inglese che chiede lezioni di francese. Questa è la prova che Holmes tornò a Ginevra.. Journal de Gèneve, 6th may 1891: Un etranger d'une grande famille cherche chambre et pension a la campagne ou en ville, dans une bonne famille ou, il aurait l'occasion d'apprendre le francais. S'addresser N.V., Chemin des Tranchèes, 5 au 2°

Da Ginevra Holmes si sarebbe poi diretto (in treno?) a Torino e a Firenze, via Bologna.

L'analisi dei tempi rende possibile questo viaggio. Ma a mio parere molte cose ostacolano questo modo di vedere le cose. Prima di tutto, come fa Holmes a far uscire sul giornale l'annuncio in tempo? In poche ore avrebbe raggiunto Ginevra, trovato un alloggio (il gentiluomo inglese dell'annuncio aveva già un indirizzo) e fatta pubblicare l'inserzione. A meno che non si trattasse di un segnale indiretto per Watson, già concordato: ma niente ci autorizza a crederlo. Altro punto: mettere un annuncio del genere con Moran alle calcagna vuol dire "eccomi, sono qui". Moran e Moriarty lo avevano seguito per mezza Europa sfruttando tracce assai meno evidenti. Infine: che bisogno ha Holmes di migliorare il francese, che conosce benissimo, e proprio ora che resta a Ginevra pochi giorni?

Io credo che quell'annuncio sia stato fatto da un altro gentiluomo inglese in quei giorni in Svizzera, desideroso di migliorare il francese per riannodare i legami con i suoi complici locali: Sebastian Moran.

Permettetemi una piccola digressione, la cui importanza è fondamentale per chiarire il mio pensiero su tutto l'affair. Seguendo la visione del mio amico e compagno Dr Giovanni Cappellini io dubito fortemente che Moriarty fosse solo un delinquente inglese, pur abile quanto si vuole. La ragnatela demoniaca descritta da Holmes era estesa su tutta l'Europa — come avrebbero potuto altrimenti inseguirlo in tal modo? Moriarty sa le mosse del fuggitivo in anticipo: è già lì ad attentare alla sua vita non solo alle cascate ma anche al Passo Gemmi. Ciò comporta una rete estesa, informatori tra le guide, tra il personale di alberghi e ristoranti....Holmes combatté gran parte della sua vita contro la cancelleria di Berlino e questa tentava già da allora di infiltrarsi in Inghilterra ed in Irlanda. Io penso che ci fosse una sovrammissione tra le reti di Moriarty e quella del Kaiser. Non si spiega in altro modo la decisione di Holmes di sparire: se si fosse trattato del solo Moran non avrebbe mancato di affrontarlo. Vari segnali ci giungono dal Canone in questa direzione, sopratutto una analisi dei luoghi visitati da Holmes durante la lontananza del periodo 1891-1894: Tibet, Persia, Sudan, di cui riferiva via via a Mycroft e al Foreign Office (EMPT): tutti punti caldi della politica estera inglese, di attrito tra potenze che dopo il sapiente lavoro di Sherlock (e Mycroft) Holmes diverranno alleate nell'Intesa Cordiale in funzione anti prussiana. E allora l'importanza di Firenze diviene chiara: non solo rifugio sicuro, concordato con Mycroft in caso di crisi, ma base inglese in Italia, luogo defilato ma non troppo del governo italiano....ma ci ritorneremo.

Torniamo al 4 maggio, e alle montagne svizzere.

La casuale scoperta al mercatino delle pulci di Firenze di un Baedeker d'epoca sulla Svizzera (giuro che è la verità) ci permette di avere informazioni e cartine attendibili. Inoltre una penosa ricerca in internet, definitivamente risolta grazie alla cortesia dell'Ing Sabato Scala, ci ha permesso di accertare che quella notte era notte di luna nuova: solo una sottile falce di luna calante era visibile (il novilunio totale sarebbe stato l'8). Dunque il buio era quasi totale.

Prima possibilità: se avesse voluto raggiungere Interlaken Holmes avrebbe potuto tornare a Meiringen e ripetere a ritroso il percorso che aveva fatto il giorno prima. Il villaggio, naturalmente sarà stato in subbuglio per la disgrazia, e si preparavano certamente le ricerche dell'indomani. Il detective però avrebbe potuto girare al largo dell'abitato passando dai boschi abbastanza comodamente. Ma contro questa versione dei fatti ci sono le parole stesse di Holmes:..."sulle montagne". Non giù in valle, verso il lago. Ci sentiamo quindi di scartare questa ipotesi.

C'è poi l'idea di Meers: a Interlaken, via Grindewald, sul fianco del massiccio che sovrasta Interlaken. Ma questo sentiero passa necessariamente da Rosenlaui, dove anche i sassi, oramai, sapevano che Watson e Holmes erano diretti: se c'era un posto dove Moran si aspettava che Holmes andasse era quello. Oltretutto il Maestro non poteva certo escludere (anzi, poteva tranquillamente dedurre, come abbiamo visto) che Moran avesse dei complici, che lo aspettassero su quella strada e gli sbarrassero il passo. Il nostro Baedeker d'epoca, poi, ci illustra quel sentiero. Le dieci miglia che Holmes percorse lo avrebbero portato fino a Grindewald: il che significa non solo che avrebbe marciato per almeno 8 ore (tempo previsto dalla nostra guida per quella escursione, a passo medio e in pieno giorno...) ma avrebbe dovuto inerpicarsi su per il Grande Scheidegg a 6434 piedi di quota (Rosenlaui è a 4363 e Grindewald a 3400): il sentiero passava di lassù e, ripetiamo, le 10 miglia finiscono ben oltre. E tutto questo di notte, al buio, su un sentiero sconosciuto senza una fonte di luce per esser sicuro di seguire il segnale giusto, in precarie condizioni fisiche e psichiche...come si vede sono gli stessi argomenti iniziali di Meers che si ritorcono contro di lui. Questa non è per noi la strada che scelse Holmes.

Il sentiero che porta alle cascate e che sale poi verso Rosenlaui e Grindewald interseca vicino al villaggio di Willigen, a un miglio circa da Meiringen, la grande strada verso il Grimsel Pass. E' questa la via considerata più logica da Meers, che egli esclude perchè Holmes non avrebbe potuto affrontare il passo nella notte.

Ma Holmes non dice affatto di averlo valicato in quella notte! "Dieci miglia tra le montagne" fu il suo percorso, non di più: e a 9,5 miglia da Meiringen su quella grande e comoda strada, percorribile senza possibilità di smarrirsi a differenza di un semplice sentiero, c'era il villaggio di Guttanen, subito prima dello strappo finale verso il Passo. Assolutamente nulla ci vieta di pensare che questa sia la strada giusta, inerpicata tra le montagne senza essere impercorribile di notte. Rifocillato e ripresosi, il giorno dopo Holmes avrebbe potuto raggiungere il passo Grimsel e lì scegliere tra ulteriori due possibilità.

Dal Grimsel si poteva imboccare la grande Strada del Furka (costruita per scopi militari, comoda e battuta, percorsa in estate persino da diligenze che facevano servizio di posta per i turisti), valicare il Passo Furka (7990 piedi) e scendere con calma fino a Goshenen, importante nodo ferroviario per il Gottardo (vedi poi): il tutto avrebbe comportato 23 miglia da Meiringen. Ma sempre dal Grimsel si sarebbe potuto scendere nel Cantone Vallese, percorrendolo fino alla zona del Passo Sempione (il tunnel non era ancora aperto) e passare in Italia tra Macugnaga e Domodossola.

Ma consultando la nostra guida abbiamo scoperto anche un'altra possibilità che si apriva al fuggitivo. Sulla strada che porta al Grimsel a sole 3,5 miglia da Meiringen, vicino a Innertkirchen, si trova un bivio imboccato il quale ci si trova sulla Susten Road: un'altra grande strada costruita nel 1811 e così spaziosa da essere percorribile in carrozza. Il Passo Susten si trova a 9 ore di marcia circa, all'altezza di 7420 piedi, e la strada scende poi fino a Wassen altro importante nodo ferroviario sulla via del Gottardo: in tutto 42 km da Meiringen. Questa lunga camminata è data come senza necessità di guide dal nostro baedeker: e a circa 16 km (dieci miglia) e 4 ore di marcia da Meiringen su questa strada si trovano prima il villaggio di Furen (diviso in Untere Furen e Ubere Furen) e sopratutto di Gadmen (tre frazioni: Buhl, Muhleschlucht e Obermatt).

Anche questa via per il Ticino e la ferrovia del Gottardo pare credibile per Holmes.

A chi obietti che ai primi di maggio il Susten, il Furka e il Grimsel potessero essere ancora chiusi per la neve, ricordiamo che Watson dice che erano passati dal Gimmi (piedi, leggermente più in alto degli atri tre). Inoltre Watson parla di "piacevole vagabondare per le valli del Rodano"e di "gita meravigliosa", il che lascia intendere tempo mite, e di contrasto (al passo) tra " il verde delicato della primavera al di sotto di noi e il bianco virgineo dell'inverno in alto". Al passo Gemmi "ancora ricoperto di neve" ma praticabile, il masso destinato ad Holmes "si tuffa rumorosamente nel lago di Dauben": la guida a nostra disposizione avverte che il lago è ghiacciato 7 mesi l'anno. Se il masso si tuffa e non si schianta nel ghiaccio, vuol dire che il lago è già libero. I dati in nostro possesso, quindi, lasciano intendere che i passi fossero già tutti liberi.

La linea ferroviaria che partiva da Lucerna, passava per Wassen e Goshenen, si infilava nel Tunnel del Gottardo (aperto fin dall'82) raggiungeva Bellinzona in 3 ore, Lugano in 4-6 (a seconda dei treni) e Milano in 6-10 ore.

Veniamo ora a una questione fondamentale nei modi e tempi della fuga: i documenti ed il denaro.

Partendo da Londra Holmes aveva programmato un lungo viaggio in Europa, e la perdita del guardaroba suo e di Watson, con la necessità quindi di una buona disponibilità di denaro. In gran parte questo deve essere avvenuto tramite lettere di credito esigibili nelle varie banche, ma anche con una buona scorta di denaro contante. E' poco credibile che queste somme fossero state lasciate all'Englisher Hof, albergo ospitale ma appena conosciuto: più probabilmente Holmes portava con sé gran parte del suo capitale. Tuttavia egli non poteva far conto sul conto in banca, se voleva continuare a fingersi morto: solo il denaro liquido era spendibile. Ricordiamo tuttavia che in Svizzera, come presumibilmente in Italia, almeno vicino alla frontiera, le monete e le banconote inglesi erano normalmente usate al loro pieno valore: e che Holmes aveva certamente franchi svizzeri e francesi. Probabilmente nell'insieme una discreta sommetta che finanziò tranquillamente il viaggio fino a Firenze e l'acquisto di abiti nuovi, oltre alla spesa dei telegrammi che certamente usò per avvertire il fratello a Londra. A questo proposito facciamo notare che era possibile spedire un telegramma da qualsiasi sperduto ufficio postale, anche quelli sprovvisti di telegrafo: bastava compilare una lettera, scrivere "Telegramma restante" (per l'estero) e affrancare con comuni francobolli per il valore del telegramma. La lettera era recapitata all'ufficio postale più vicino munito di telegrafo, lì aperta: e il contenuto riversato via telegrafo. Così Holmes poté telegrafare a Mycroft, trasmettendo probabilmente in codice sotto falso nome, da uno qualsiasi dei villaggi incontrati, senza tema che dal telegramma si potesse risalire a lui, senza presentare documenti per spedirlo.

I Documenti Una volta in Italia Holmes dovette sicuramente esibire dei falsi documenti a comprovare la sua nuova identità. Come vedremo il nostro paese era in quei giorni in subbuglio, con l'occhiuta polizia crispina scatenata a caccia di anarchici e socialisti per tutto il paese, dopo i fatti del Primo Maggio: i controlli erano continui ed è impensabile che uno straniero non venisse notato. Ma la questione è: dove e quando Holmes si procurò dei falsi documenti?

Alcuni studiosi propendono a credere che già alla partenza da Londra Mycroft ne avesse forniti al fratello, allestendo insieme il piano dell'operazione. Anche senza pensare che la scomparsa di Holmes per tre anni fosse del tutto programmata è possibile pensare che il detective si fosse premunito di documenti posticci nel caso avesse deciso di nascondersi all'inseguimento di Moriarty: ma quando invita Watson a ritornare indietro perché la faccenda si fa pericolosa, non fa cenno a questa possibilità. Certamente non li usa fino a Meiringen: l'albergatore si rivolge a Watson come Dottore.

D'altronde anche se non aveva documenti falsi alle cascate, non fu difficile a Holmes procurarsene in Svizzera, specie nelle zone vicine alla frontiera. Il contrabbando era comune e molti montanari di entrambi i versanti erano abituati a portare merci e uomini al di là del confine.

E' ancora una volta l'analisi dei tempi ad aiutarci. Abbiamo visto che già la sera del 6 al più tardi Holmes si trovò vicino al confine: al Sempione se si diresse per il Grimsel e il Vallese, a Bellinzona se passò, come credo, dal Ticino. Il 12 è a Firenze e passa l'11, come sappiamo dal racconto scoperto da Patrizia e Giampiero Benedetti, a Bologna. Dunque arriva a Milano il 10 a sera —se vi avesse sostato a lungo avrebbe parlato di Milano e non di Firenze. Dunque cosa fa Holmes per 4 giorni?

E' il tempo necessario - io credo - a procurarsi documenti falsi e passare la frontiera. Passarla tranquillamente in treno con la ferrovia del Gottardo, se se li procurò in Svizzera, o di contrabbando attraverso il Sempione o i laghi se li ebbe in Italia. Se devo propendere per una ipotesi voterei per la Svizzera, non in un sordido covo di contrabbandieri ma in una efficiente filiale di qualche holding specializzata. Di lì egli deve aver avvertito il fratello che si dirigeva a Firenze, verso il contatto prestabilito in caso di crisi: il piano di emergenza stilato a Londra che prevedeva una via di fuga in Italia. Qui dovrei dire chi era quel contatto: ma ogni cosa a suo tempo.

Abbiamo trovato Holmes lacero e in fuga tra le montagne svizzere: lo lasciamo oggi in arrivo nella metropoli meneghina che ci ospita e lo sappiamo partire domattina per la Toscana. Lo ritroveremo a Firenze e parleremo di lui tra una settimana: a week later, per l'appunto. Grazie.