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Una passeggiata al 221B

di Michele Lopez

L'idea di questo articolo, o meglio, di questa passeggiata, è nata dalla lettura di un lavoro pubblicato sulla mailing list "The hounds of the Internet" nel marzo del 2001 e successivamente ripreso sul sito Sherlockian.net, nel quale Peter Liddell espone il suo punto di vista sulla vera locazione del numero 221B di Baker Street. La stessa teoria, ho scoperto in seguito (mea culpa, leggere prima gli interventi di studiosi stranieri e solo in seguito quelli dei soci della nostra stessa associazione... ahimè, invoco clemenza) è splendidamente riepilogata da Marco Zatterin nel suo In viaggio con Sherlock Holmes, e ripresa nell'articolo "Nessuna casa, cinque case" pubblicato sullo Strand n. 5 e disponibile nell'apposita sezione. Riassumiamo brevemente il contenuto della teoria, che comprende idee già formulate da Baring-Gould e prima di lui da Bernard Davies, Gray Chandler Briggs e T.S. Blakeney.

Negli anni '80 del diciannovesimo secolo, quella che oggi è Baker Street consisteva di tre diverse strade. La parte meridionale, a nord di Portman Square e fino a Paddington Street era la Baker Street originale. Da Paddington Street fino a Marylebone Road la strada cambiava nome in York Place. A nord di Marylebone Road la strada diventava Upper Baker Street. Si può notare che a sud di Portman Square fino all'incrocio con Oxford Street la strada diventava Orchard Street, e tale è rimasta fino al giorno d'oggi.

In questa sezione presa da una mappa del 1885, la nomenclatura delle vie è indicata chiaramente e conferma i dati riportati da Liddell.

I cambiamenti avvenuti nella toponomastica della zona sono i seguenti: York Place fu incorporata in Baker Street nel 1921 e Upper Baker Street divenne parte della nuova Baker Street nel 1930. Questo punto è confermato da varie fonti (tra l'altro, il sito del catalogo della mostra dedicata a Sherlock Holmes nel 1951 per il festival of Britain dal Consiglio del Distretto di St.Marylebone, per la quale fu creata la famosa riproduzione degli ambienti del 221B che oggi può essere ammirata nello Sherlock Holmes Pub in Northumberland Avenue.)

La numerazione dell'epoca, inoltre, era molto diversa da quella odierna: i numeri andavano, sul lato est, da sud a nord, dal numero 1 all'angolo di Portman Square fino al numero 42 all'angolo di Paddington Street e ridiscendevano sul lato ovest, da nord a sud, dal numero 44 all'angolo di Paddington Street fino al numero 85 di nuovo giù a Portman Square. A quanto pare non esisteva un numero 43.
All'epoca dell'unificazione di Baker Street con York Place la numerazione fu rifatta da capo in modo più razionale, con i numeri pari sul lato est e i numeri dispari sul lato ovest. Di conseguenza il numero 85 divenne il numero 1 e quello che era il numero 1 divenne il numero 2. Quando nove anni dopo Upper Baker Street fu aggiunta alle altre due fu finalmente creato un numero 221, sul sito che oggi ospita gli uffici della Abbey National (al momento della stesura di questo articolo in fase di profonda ristrutturazione).

Fin qui la teoria. Il mio modesto contributo, e oggetto del presente articolo, è stato semplicemente quello di andare a "toccare con mano" di persona sui luoghi, e di fornire un reportage fotografico di come si presenta l'area oggi, per quelli di noi che non hanno avuto la fortuna o la possibilità di recarsi sul posto. Per facilitare nell'identificazione dei luoghi, ho incluso la mappa sottostante, nella quale ho indicato le tappe del mio cammino sulle orme di quella che, in accordo con Liddell, ritengo debba essere la fonte principale per l'identificazione del mitico 221B: la descrizione di Watson del tragitto effettuato da lui e da Holmes in EMPT per raggiungere Camden House.

Mappa della zona

1. Il nostro tragitto inizia dall'angolo di Cavendish Square, dove Holmes fece fermare la carrozza, guardandosi attentamente a destra e a sinistra prima di uscirne [EMPT, 489]. La piazza è in parte cambiata da allora, ma molti edifici sono gli stessi: sul lato nord, i numeri dall'11 al 14 sono stati costruiti da George Foster Tufnell tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70 del diciottesimo secolo, ed oggi (dal 1995) ospitano gli uffici del King's Fund, un'associazione benefica con finalità di assistenza e ricerca in campo sanitario, il cui presidente è Sua Altezza Reale il Principe di Galles. Nel 1894 gli stessi edifici erano occupati dal convento delle suore dello Holy Child of Jesus. Anche gli edifici sul lato ovest della piazza risalgono alla fine del diciottesimo secolo e furono i medesimi che videro Holmes infilarsi "rapidamente e con passo sicuro" in una "rete di vicoli e scuderie" della quale il buon dottore non aveva, fino a quel momento, neppure sospettato l'esistenza [EMPT, 489].

2. La zona è certamente molto cambiata negli anni intercorsi e con tutta probabilità molti dei vicoli e dei cortiletti che formarono buona parte del contorto tragitto di Holmes e Watson, un tragitto nel quale Holmes "si assicurò ad ogni angolo di strada, con la massima cautela, di non essere seguito" [EMPT, 489] sono scomparsi, oppure sono diventati cortili o garages privati.
Possiamo ipotizzare che quasi sicuramente il loro percorso passò da Welbeck Street, nei pressi dell'incrocio con Bentinck Street, il luogo ove un furgone, guidato da un membro della banda di Moriarty, cercò di travolgere Holmes [FINA, 473] scomparendo poi in Marylebone Lane, dopo avere fallito nel suo tentativo.
Nella stessa zona, a pochi passi dall'incrocio tra Welbeck Street e Bentinck Street dove il suddetto furgone compì il suo tentativo di assassinio (cui Holmes sfuggì con un repentino balzo sul marciapiede), troviamo un'altro luogo canonico; l'incrocio con Queen Anne Street, dove il dottor Watson abitò a partire dall'estate del 1902.
Sebbene sia impossibile ricostruire correttamente questa parte del tragitto, possiamo avere una vaga idea di come dovesse essere l'aspetto della zona attraversata: in questa immagine, vediamo uno dei vicoli ciechi che sbucano in Marylebone Lane.

3. Non sappiamo quale fosse la "stradina fiancheggiata di vecchie case tetre" che condusse Holmes e Watson a sbucare in Manchester Street. La piantina del 1885 riporta solo due vie che intersecano Manchester Street, provenienti da est, tra Manchester Square (non citata da Watson, e che quindi possiamo, penso, escludere dall'itinerario) all'estremità sud e la fine della strada all'estremità nord: Charles Street a sud e South Street a nord. Quest'ultima oggi è stata incorporata in Blandford Street, di cui costituisce il prolungamento: se fosse stato questo il percorso di Holmes e Watson, a mio parere difficilmente Watson avrebbe menzionato Manchester Street, che sarebbe stata semplicemente attraversata per proseguire direttamente per Blandford Street (ricordiamo le parole di Watson: "...which led us into Manchester Street, and so to Blandford Street" [EMPT, 489]. Sembra più probabile che i nostri abbiano percorso Charles Street (oggi a sua volta diventata parte di George Street), siano sbucati in Manchester Street, che avrebbero percorso per non più di una trentina di metri in direzione nord per poi svoltare a sinistra in Blandford Street. In questo estratto della mappa del 1885 in precedenza menzionata si può ricostruire il percorso, con i nomi delle vie di allora.
Una possibile candidatura alternativa per il ruolo della "stradina" se supponiamo che all'epoca gli spazi interni fra le case avessero un numero maggiore di punti di accesso, potrebbe essere quella di Manchester Mews, evidenziato in giallo sulla mappa di cui sopra, che oggi è un cortile chiuso, con l'unico accesso attraverso un arco che dà su Manchester Street, ma che all'epoca poteva forse avere altre vie di accesso, vicoli o scuderie che davano, magari attraverso il cortile della adiacente chiesa cattolica di St.James, su Charles Street o South Street, vie di accesso delle quali oggi non vi è traccia. Manchester Mews sbuca in Manchester Street a pochissimi passi dall'angolo di quest'ultima con Blandford Street e ben si adatterebbe all'idea di tortuosità del tragitto scelto da Holmes. Purtroppo, in assenza di elementi probatori, questa rimane solo un'ipotesi oziosa.

4. E arriviamo così ad uno dei nodi cruciali del percorso: quello che dovrebbe consentirci l'identificazione dell'esatta posizione di "Camden House", qualunque fosse l'edificio che Watson scelse di designare con questo nome. Rileggiamo le parole con le quali il buon dottore descrive questa parte importantissima del loro cammino:
"Qui [in Blandford Street] egli svoltò rapidamente giù per uno stretto passaggio, passò attraverso un cancello di legno in in cortile deserto, e aprì con una chiave la porta sul retro di una casa" [EMPT, 489].
La parola chiave è "giù", "down" nell'originale inglese. Liddell afferma che il senso da dare a questa frase è quello di intendere che Holmes svoltò verso sud da Blandford Street, vale a dire in Kendall Mews (oggi Kendall Place) piuttosto che verso nord in Blandford Mews (oggi Broadstone Place). Diversi elementi concorrono a rafforzare questa ipotesi: in primo luogo, come si può notare dalla foto, l'imbocco di Kendall Place da Blandford Street è decisamente in discesa, e ben si adatterebbe all'uso del termine "giù". Inoltre, dopo pochi passi, si allarga in un cortile ("a deserted yard"), chiaramente visibile nella foto, per poi sbucare con un altro stretto passaggio in George Street. Viceversa, l'odierna Broadstone Place è una strada piuttosto stretta ma che prosegue dritta verso nord per diverse decine di metri. Qui mi trovo piuttosto d'accordo con Liddell e in disaccordo con Zatterin, che identifica invece, in accordo con Gavin Brend, in Blandford Mews a nord di Blandford Street il vicolo sul quale si apre il retro di Camden House, e perciò colloca il "221B", che si trovava all'incirca di fronte, nell'isolato immediatamente a nord di Blandford Street, tra quest'ultima e Dorset Street. A questo proposito la fraseologia di Watson in EMPT mi sembra più significativa dei pur ottimi ragionamenti di Zatterin sulla distanza percora a piedi da Holmes e Watson in HOUN all'inseguimento di Sir Henry Baskerville e del dottor Mortimer. C'è da dire al riguardo che, data la brevità dell'isolato fra Blandford Street e George Street, la differenza nelle distanze percorse non poteva essere troppa (500 metri tra Blandford Street e Oxford Street, ci informa Zatterin, mentre io personalmente ho contato 430 passi tra George Street e Oxford Street). Di mio, posso aggiungere un'osservazione su quanto afferma Watson in GOLD, circa la "solitaria carrozza" dell'ispettore Stanley Hopkins che avanzava sguazzando dall'imboccatura di Oxford Street [GOLD, 608]. Un'ulteriore indizio del fatto che il "221B" non doveva essere troppo a nord nella via, se Watson poteva vedere, affacciandosi alla finestra, abbastanza lontano in direzione di Oxford Street per escludere che la carrozza provenisse da una trasversale, o da Portman Square.

5. Seguendo la nostra ipotesi, riteniamo dunque che Holmes e Watson scesero giù per Kendall Mews e, poichè nessuna altra via è menzionata, non ne uscirono a sud, in George Street. Camden House dovrebbe dunque trovarsi nell'isolato compreso fra Blandford Street a nord e George Street a sud: un isolato piuttosto breve, lungo non più di cinquanta metri, con poche case.
D'altro canto, le descrizioni di chi vide gli edifici del lato ovest negli anni '30, prima delle demolizioni dovute ai bombardamenti tedeschi e alle speculazioni, farebbero pendere la bilancia in favore della tesi di Brend, accettata da Zatterin. Dove starà la verità? Io personalmente non mi ritengo all'altezza di formulare un giudizio definitivo. Sia che decidiamo per l'isolato a nord di Blandford Street, sia che riteniamo più attendibile l'ipotesi dell'isolato a sud, di una cosa possiamo essere, comunque, assolutamente sicuri: il "221B" si trovava certamente sul lato ovest di Baker Street, nel tratto compreso fra Dorset Street a nord e George Street a sud.
Esaminando oggi il retro delle costruzioni, dal lato di Kendall Place, suggestiva appare l'idea che, attraverso una breve scalinata, i due amici abbiano avuto accesso al primo piano di uno di questi edifici anziché al piano terreno: non tanto perché l'altezza del punto di osservazione facesse qualche differenza per Holmes, quanto perchè avrebbe potuto farne per il colonnello Sebastian Moran, che avrebbe goduto di un migliore angolo di tiro operando da una posizione più elevata anziché dall'altezza del suolo. Ma la descrizione di Watson della lunetta dell'ingresso principale sopra la porta e di come alzò lo sguardo per osservare la finestra del loro vecchio alloggio di Baker Street fa piazza pulita di questa idea.

6. Holmes e Watson, dunque, entrarono in Camden House da Kendall Mews. Girando l'angolo ed esaminando l'isolato così come si presenta oggi, la candidatura più probabile appare questa casa, la penultima andando in direzione sud, l'unico edificio ad avere tuttora una lunetta sopra la porta di ingresso. Ovviamente, non sapendo se e quali di questi edifici sul lato est di Baker Street abbiano subito trasformazioni o modifiche, qui mi sto buttando a indovinare: la casa in questione potrebbe avere subito ristrutturazioni o ricostruzioni tali da renderla irriconoscibile. Curiosa la circostanza che anche oggi, come appare nella foto, la casa sia sfitta, come lo era nella primavera del 1894.

7. E arriviamo così alla fine della nostra passeggiata: questo brutto edificio in cemento armato occupa attualmente l'intero isolato di Baker Street sul lato ovest, fra George Street e Blandford Street. Su questo terreno, fra gli edifici vittoriani ormai purtroppo demoliti, dovevano trovarsi le stanze che furono il punto di partenza di tante avventure del più celebre investigatore del mondo. Un po' di amaro in bocca resta, per questa conclusione un po' deludente e per la scarsa considerazione per il passato dimostrata dai londinesi in questa circostanza. Uno Sherlock Holmes Museum situato qui in Baker Street nel punto dove sarebbe dovuto essere, in un'edificio d'epoca, organizzato e ben rifinito con la cura riservata alla mostra oggi esposta nel pub di Northumberland Avenue e non con il gusto un po' kitch di quello situato al numero 239 (anche il numero sulla porta è fasullo, come sappiamo) sarebbe una meta assai più soddisfacente, tanto per l'appassionato sherlockiano quanto per il turista comune. Ma tant'è: tutto sommato ritengo probabile che, con il suo carattere schivo e restio a qualsiasi forma di pubblicità, Holmes avrebbe probabilmente ridacchiato divertito di questa agiografia intorno alla sua figura, perciò anche io ho seguito il suo esempio, e dopo essere andato a rendere omaggio alla statua del Maestro collocata davanti alla stazione della metropolitana di Baker Street (questa sì, tale da giustificare il pellegrinaggio), mi sono rifocillato con un bel piatto di uova e prosciutto, innaffiate da un'abbondante cuccuma di tè...

Per chi desideri ulteriori dettagli: la passeggiata si è svolta la mattina del 5 febbraio 2005, e da Cavendish Square fino a Baker Street ha richiesto meno di un'ora, comprendendo il tempo necessario per scattare le foto e per esplorare le possibili alternative del percorso di Holmes e Watson, inclusa la camminata giù fino a Oxford Street e ritorno, fino alla stazione della metropolitana di Baker Street.